JP Morgan – Utile netto in calo del 42% a $8,3 mld e al di sotto delle stime nel 1Q 2022

JP Morgan ha chiuso il primo trimestre 2022 con un utile netto di 8,3 miliardi di dollari, in calo del 42% rispetto al pari periodo del 2021 e al di sotto delle stime, scontando principalmente un accantonamento a perdite su crediti di 1,5 miliardi di dollari, per una riserva netta accumulata di 902 milioni di dollari in relazione all’aumento della probabilità di rischi dovuti all’elevata inflazione e alla guerra in Ucraina, oltre a tenere conto dell’esposizione verso la Russia nelle divisioni Corporate & Investment Bank e Asset & Wealth Management e 582 milioni di dollari di addebiti netti.

L’utile netto per azione si è fissato a 2,63 dollari (vs consensus 2,72 dollari), contro 4,50 dollari per azione dello stesso periodo del 2021.

I ricavi reported hanno superato il consensus (30,5 miliardi di dollari) e sono stati pari a 30,717 miliardi (-5%), mentre i ricavi managed si sono espressi in 31,59 miliardi (-5%). Il margine di interesse è stato pari a 14,0 miliardi di dollari, in crescita del 7%.

Gli asset gestiti si sono attestati a 3.000 miliardi di dollari, in rialzo del 4%, mentre i prestiti medi sono aumentati del 14% a/a e +3% rispetto al 4Q 2021. I depositi medi sono cresciuti del 39%.

La divisione Corporate & Investment Bank ha registrato un fatturato di 13,5 miliardi di dollari (-7%), mentre le entrate dell’Investment Banking sono state di 2,1 miliardi di dollari (-28%), in relazione a commissioni di Investment Banking in calo del 31%. I ricavi Markets & Securities Services sono diminuiti dell’8% a 9,3 miliardi di dollari, con il trading del reddito fisso in calo dell’1% a 5,7 miliardi di dollari. Le entrate Equity Markets sono diminuite del 7% a 3,1 miliardi di dollari.

“Rimaniamo ottimisti sull’economia, almeno per il breve termine – i bilanci dei consumatori e delle imprese, nonché la spesa dei consumatori rimangono a livelli sani – ma prevediamo significative sfide geopolitiche ed economiche a causa dell’inflazione elevata, dei problemi della catena di approvvigionamento e della guerra in Ucraina”, ha commentato il Ceo Jamie Dimon.