Il Gruppo Sciuker, tramite la controllata Ecospace, ha di recente firmato nuovi contratti di appalto del valore lordo complessivo di 21,8 milioni, i primi sottoscritti con l’applicazione di percentuali inferiori al 110%.
“Parte decisamente in modo positivo questo nuovo corso dell’incremento del backlog di Ecospace con i nuovi contratti che prevedono l’applicazione di percentuali inferiori al 110%”, commenta Marco Cipriano, Amministratore Delegato di SCK Group.
“Si tratta di una conferma del fatto che muoversi per primi crea sempre un vantaggio, come tutti i leader di un mercato. Il tema è che ormai si è sviluppata una grande sensibilità al vivere in una casa green e questo implica una forte presa di coscienza da parte dei cittadini che stanno man mano iniziando ad investire nel confort abitativo”.
A ciò si aggiunge il fatto che la recente impennata dei prezzi dell’energia ha reso ancora più di attualità la necessità di diventare più indipendenti dal punto di vista energetico, a cominciare da una riduzione dei consumi. “Si tratta di un vero e proprio investimento con ritorni espressi in risparmi mese per mese molto percepibili”.
L’order intake si conferma su livelli sostenuti
L’implementazione da parte delle autorità degli Ecobonus in ambito edilizio ha consentito al Gruppo di registrare negli ultimi due anni una vera e propria impennata dagli ordini, accompagnata da un fortissimo incremento delle perfomance economico-reddituali.
Ad oggi il numero di contratti sottoscritti da Ecospace raggiunge quota 164, con il valore di quelli stipulati da inizio 2022 pari a circa 175 milioni rispetto ad un obiettivo di fatturato annuale relativo al business Superbonus 110%, comunicato il 15 febbraio 2022, pari a circa 68 milioni nel 2022 e circa 88 milioni nel 2023.
Attualmente, facendo riferimento al backlog, quello relativo alla sola Ecospace raggiunge circa i 245 milioni.
“Gli ordini non mancano e non sono mai mancati. Ecospace di fatto non ha una struttura commerciale ma le opportunità di business si autogenerano per segnalazione dei tecnici, degli amministratori o degli stessi condomini che hanno abitazioni in altri condomini. Abbiamo fatto ancora pochissimo e c’è un intero paese a cui far fare la transizione energetica residenziale”.
Un trend consolidato oltre il Superbonus 110%
Appare evidente, quindi, come il business del Gruppo campano si inserisca all’interno di un megatrend di crescita ultradecennale, prevista in continua ascesa e che va anche oltre l’attuale Superbonus 110%.
La società ha avviato, infatti, un’importante evoluzione del proprio modello di business legato alla riqualificazione energetica e sismica degli edifici sia attraverso la diversificazione dei canali di cessione dei crediti fiscali sia con l’avvio di contratti che prevedono percentuali di sconto in fattura minori del 110%, in linea con le vigenti previsioni normative.
L’attuale regolamentazione prevede già che nel 2024 e nel 2025 le percentuali degli Ecobonus scenderanno prima al 10% e poi al 65%. Ciò significa che ogni contribuente dovrà partecipare per il 30 o 35% alla spesa complessiva dei lavori di efficientamento.
“Si tratta però – sottolinea Cipriano – di importi irrisori se paragonati all’incremento del valore dell’immobile e al risparmio sulle bollette, soprattutto se la Commissione Europea confermerà il provvedimento per cui dal 2030 non si potranno vendere o affittare case non efficienti a livello energetico”.
“Chi non riqualificherà vedrà crollare il valore del proprio patrimonio immobiliare quindi la perdita potenziale in caso di non investimento in riqualificazione energetica sarà ancora più alta e percepibile”.
“Anche per questi motivi, stiamo registrando un grande accoglimento delle nuove condizioni contrattuali e questo evidenzia come il mercato abbia sviluppato la giusta sensibilità all’importanza di vivere in case green, tanto da investire nella transizione energetica anche con proprie risorse”.
Siamo i primi ad avere tutta la convenienza a dare il massimo affinché i lavori siano completati prima che le percentuali di sconto in fattura si abbassino, accelerando i ricavi di Ecospace; in più, con questa decisione strategica importante, abbiamo avviato un meccanismo di creazione del backlog anche per il 2024 e 2025”.
Il titolo corre in Borsa in attesa dell’aggiornamento del piano industriale
Le azioni poste in essere dal Gruppo hanno quindi contribuito a ridurre l’incertezza normativa legata all’evoluzione del Superbonus, aumentando ulteriormente la visibilità sull’outlook dei prossimi anni in attesa dell’aggiornamento del Piano Industriale il prossimo 25 ottobre.
“Già abbiamo rivisto al rialzo le stime di chiusura del 2022 in sede di approvazione del bilancio 2021, ma stiamo lavorando ad un update del Piano Industriale 2022-2024 per innalzare tutti i target ancora una volta” dichiara Cipriano.
“Con il backlog che abbiamo costruito, i plafond bancari ed extra bancari che coprono anche ben oltre tale backlog, nonché con l’avvio dei nuovi contratti con percentuali di sconto in fattura inferiori al 110%, possiamo guardare con fiducia oltre 12 mesi avanti a eventuali scenari di futura incertezza normativa”.
“Abbiamo anticipato qualsiasi mossa di contesto e ci siamo riusciti solo perché ormai riadeguare i modelli di business è entrato a far parte del nostro DNA. Ma questa volta, addirittura, credo che abbiamo creato un modello di business autoadattivo almeno fino a fine 2023”.
Prospettive che, unite agli ottimi risultati registrati nel primo semestre 2022, hanno spinto il rally del titolo a Piazza Affari, che dallo scorso 29 settembre ha guadagnato circa il 25% tornando ben oltre quota 7 euro.
“Abbiamo sempre mantenuto la parola raggiungendo e superando i target, ogni semestre rivediamo al rialzo le stime di crescita, siamo stati capaci di fare 3 acquisizioni in due anni e di far integrare e crescere tutte le acquisite in modo straordinario” conclude Cipriano.
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