Italian Exhibition Group (IEG) ha chiuso il periodo gennaio-settembre 2022 con un giro d’affari complessivo in forte progresso a 106,1 milioni rispetto ai 42,5 milioni del periodo di confronto 2021, e un EBITDA adjusted, depurato delle voci non ricorrenti, a 6,9 milioni (-12,1 milioni nei 9M21).
Risultati “rassicuranti” unitamente a “prospettive positive” alla luce dei quali TP ICAP MIDCAP ha confermato il rating ‘buy’ sul titolo e alzato il target price a 3,8 euro (precedente 3,4 euro), sottolineando come “questi dati segnino l’inizio di una ripresa per il gruppo” e migliorando la stima sul fatturato per il 2022 a 147,8 milioni rispetto alla precedente 138 milioni.
View positiva anche da parte di Equita (Hold, TP a 3,2 euro) che ha aggiornato “le previsioni 2022 in coerenza con la nuova guidance: fatturato +13% a 153 milioni ed EBITDA adj. +10% a 14,9 milioni. Sono sostanzialmente invariate le assunzioni per il 2023-24. Per il 2023 gli analisti stimano “un fatturato mid-single digit down rispetto al 2019 (pre-pandemia)”.
Gli analisti di Equita hanno evidenziato in una nota anche i principali spunti emersi dalla conference call quali la fiducia da parte della società di “essere nella parte alta della guidance di fatturato”; “l’andamento molto positivo delle fiere nel 4Q con Ecomondo (tra le principali del gruppo) che ha superato i livelli del 2019 sia come metri quadrati che come fatturato”; la conferma della “guidance 2023 (EBITDA 38 milioni vs Equita 32 milioni) nonostante l’andamento migliore delle attese nel 2H22 e per le incertezze sul fronte macro e sui costi”; “incremento dei prezzi dei listini è high single digit per far fronte alla cost inflation”.
Infine, gli esperti di Intermonte (outperform, TP 3,2 euro) alla luce dello slancio positivo del settore e delle guidance aggiornata, alzano la stima sulla topline FY22 di circa il 10%, apportando al contempo un aggiustamento minore alla previsione sull’EBITDA rettificato, essendo “già leggermente in anticipo rispetto alle indicazioni del management sui margini operativi”. Per il 2023-2024 gli analisti “ritoccano solo le stime sui ricavi (+3% sulla media) e sull’EBITDA (+5%)”, con “un impatto significativo sui profitti nel 2023 e un effetto marginale nel 2024 (maggiore costo del debito)”.