Iniziative Bresciane ha chiuso i primi sei mesi del 2023 con ricavi netti consolidati pari a 13,4 milioni, in aumento del 71% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, Ebitda più che raddoppiato a 10,1 milioni (4,6 milioni nel 1H 2022) e un risultato netto che ha raggiunto i 3,56 milioni (0,4 milioni al 30 giugno 2022). Dal lato patrimoniale, poi, la PFN si è mantenuta in linea con il 2022 a 103,8 milioni.
“Numeri certamente positivi, in termini sia di top line sia di redditività, che ci fanno guardare al prossimo futuro con fiducia”, esordisce Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane in un’intervista rilasciata a Market Insight.
Anzitutto, la produzione di energia idroelettrica del Gruppo si è attestata a 61,0 GWh, in progresso del 35% rispetto al primo semestre 2022 che era stato caratterizzato dall’eccezionale scarsità di precipitazioni.
“L’andamento è stato trainato in particolare dalla produzione del secondo trimestre, che ci ha permesso di recuperare in maniera importante quella dei primi tre mesi dell’anno, che scontavano ancora gli effetti negativi del 2022”, spiega il DG.
I risultati del primo semestre 2023 “risultano ulteriormente rafforzati se si considera che non sono stati influenzati da elementi straordinari che avevano invece contribuito a chiudere il bilancio 2022 con il segno più”.
Significativa, poi, l’evoluzione della marginalità che “è ritornata ai livelli storici e consoni al nostro Gruppo, attestandosi ben oltre il 70% – Ebitda margin al 75% – dopo che nel 2022 era scesa vicino al 50%, soglia comunque importante, ma non adeguata alle nostre attese, in considerazione del settore in cui operiamo”.
Altro fattore non meno importante è dato dalla “cessione dell’intera partecipazione detenuta nel capitale sociale di Iniziative Bergamasche, i cui proventi hanno contribuito positivamente sia a livello di valore della produzione sia di contenimento dell’indebitamento netto, che è rimasto stabile rispetto a fine 2022 nonostante gli investimenti, soprattutto sul fiume Arno, che stanno impegnando in maniera rilevante il Gruppo”, prosegue il manager.
Conseguentemente, “tenuto conto del predetto aumento del margine operativo lordo, possiamo riscontrare un sensibile miglioramento del rapporto PFN/Ebitda, che indica la sostenibilità del debito in rapporto al flusso di cassa generato dalla gestione caratteristica”.
Nel frattempo, il Gruppo bresciano ha compiuto ulteriori passi avanti nell’execution del piano industriale.
Anzitutto, per quanto concerne il principale investimento in Toscana, il Progetto “fiume Arno” – le 12 centrali idroelettriche in titolarità della partecipata Iniziative Toscane, con potenza di concessione complessiva di circa 9.520 kW – dopo essere entrati in funzione, tra marzo e aprile scorsi, i primi 2 impianti, Compiobbi e Incisa, con potenza di concessione complessiva di 1,2 MW e produzione annua stimata di 7,5 GWh, ora “abbiamo ultimato la realizzazione di altre 4 centrali per le quali siamo in attesa della connessione alla rete elettrica nazionale. Operazione che dovrebbe concludersi entro fine anno”.
Nel frattempo, “i cantieri degli altri impianti del project sono in stato avanzato di lavorazione e prevediamo che altre 3 centrali entreranno in esercizio nel corso del 2024”, precisa Rizzi.
Rimanendo in Toscana, ma spostandoci in Garfagnana (Lucca), “siamo molto soddisfatti delle performance ottenute dai 3 impianti da 2,1 MW sul fiume Serchio, che hanno registrato una produzione in deciso incremento rispetto al 2022, favorendo il raggiungimento di risultati positivi anche delle due società veicolo titolari delle centrali, Appennino Energia e Serchio Power, che siamo sicuri contribuiranno in maniera positiva al bilancio consolidato di Gruppo”.
Volgendo ora lo sguardo alla Lombardia, regione dove il Gruppo INBRE vanta una storica e significativa presenza, si segnala che la società ha controfirmato il disciplinare di concessione di un impianto nel Comune di Barghe (Brescia) dove è già presente con una centrale in funzione.
Si tratta di un “piccolo impianto su DMV (deflussi minimi vitali, ndr) che produrrà energia sfruttando l’acqua non utilizzata dalla centrale principale, ottimizzandone così la produzione. Ci attendiamo di potere iniziare i lavori entro i primi mesi del 2024”.
Inoltre, di recente, “abbiamo costituito la Società Castelsolar, con capitale sociale di 40 mila euro sottoscritto interamente dalla capogruppo INBRE, nell’intento di realizzare e successivamente gestire iniziative nel campo della produzione di energia rinnovabile da fonte solare nel Comune bresciano di Castel Mella”.
“Nel confermare il nostro focus strategico sull’idroelettrico – sottolinea il DG – abbiamo avviato attività propedeutiche allo studio e alla valorizzazione di iniziative che riguardano la produzione di energia proveniente da impianti fotovoltaici”.
Alla luce di tutto ciò, conclude Alberto Rizzi, “forti di un semestre in deciso progresso e di un terzo trimestre buono in termini di piovosità e produzione, guardiamo all’intero esercizio 2023 con fiducia, a conferma della natura solida, dinamica e resiliente nel nostro Gruppo”.
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