Seduta perlopiù debole per le principali borse asiatiche senza il faro di Wall Street, chiusa ieri per il Giorno dell’Indipendenza.
Shanghai e Shenzhen viaggiano rispettivamente a -0,7 e +0,2%, Hong Kong cede lo 0,9%, sottotono come il Giappone con il Nikkei a -0,2% e il Topix a -0,6%.
La banca centrale cinese ha compiuto un passo successivo verso la vendita di titoli di Stato, affermando di avere ora “centinaia di miliardi” di titoli in yuan a sua disposizione attraverso accordi con gli istituti di credito.
Cresce intanto l’attesa per il report sul lavoro statunitense che verrà diffuso oggi pomeriggio e che dovrebbe fornire nuovi segnali relativi alle prossime mosse della Federal Reserve. Il tutto dopo una serie di dati deboli americani che hanno riacceso le speranze che l’istituto Usa inizierà a tagliare i tassi di interesse già a settembre.
Sul fronte politico, in Gran Bretagna, il Partito Laburista ha ottenuto 326 dei 650 seggi alla Camera dei Comuni, assicurandosi una schiacciante vittoria elettorale da tempo prevista. Rishi Sunak ha ammesso la sconfitta e Keir Starmer è ora destinato a diventare primo ministro.
Riguardo la Francia, in attesa del secondo turno di votazioni previste per domenica prossima, emergono segnali che il partito Rassemblement National di Marine Le Pen probabilmente non raggiungerà la maggioranza assoluta.
Sull’equity, gli utili di Samsung hanno superato le stime.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,082 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 160,7. Tra le materie prime, scende il petrolio con il Brent (-0,3%) a 87,1 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 83,7 dollari, vicino comuque ai massimi degli ultimi due mesi.