Wall Street termina la fase di recupero iniziata a metà settimana cercando di chiudere il gap generato nelle due sedute a cavallo tra la fine della precedente e l’avvio della scorsa.
La giornata si esaurisce con un progresso di mezzo punto percentuale per S&P500 e Nasdaq mentre il Dow Jones avanza solo dello 0,1%, la stessa entità del Russell 2000, ma quest’ultimo termina in negativo. Apple (+1,3%) e Meta (+1,6%) tirano la volata.
La Borsa americana inizia una settimana fondamentale per capire se il recupero proseguirà o se invece riprenderà la fase di correzione ed entrambe con quale dimensione.
E’ indubbio che il mercato abbia realizzato la iper valutazione dei titoli tecnologici ad elevata capitalizzazione, già da oltre un mese, ma la rotazione settoriale a favore delle small caps e delle società industriali è stata sufficiente solo per alcune sedute per attenuar eil calo degli indici. Inoltre, la decisione della banca centrale del Giappone di aumentare i tassi di interesse, per la seconda volta in diciassette anni, ha ridotto sensibilmente la speculazione sullo yen creando un effetto domino su tutti i mercati.
Indice VIX di nuovo in sensibile ribasso (-14%) a quota 20,4 punti.
Mercato obbligazionario con rendimenti che interrompono la fase ascendente, dopo tre giorni di recupero. Il Tbond cede sei punti base scivolando al 3,94%.
Materie prime in recupero diffuso, seppur in alcuni casi piuttosto contenuto. Quarta seduta consecutiva di rimbalzo per il petrolio che si apprezza di oltre un punto percentuale sfiorando i 77 dollari al barile. Rame in rialzo dello 0,6%.
Giornata incolore invece per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – i quali avanzano di tre decimi di punto percentuali, il primo in positivo ed il secondo in negativo.
Sul mercato valutario il biglietto verde termina invariato nei confronti della moneta unica fino a 1,091, mentre cede un’intera figura rispetto allo yen scivolando a 146,5.