Wall Street conferma la maledizione del mese di settembre, il peggiore statisticamente di tutto l’anno. il 2024 non si smentisce e lo S&P500 cede oltre il tre per cento nella prima settimana, peraltro corta per la festività iniziale, e registra la peggiore performance in 23 anni.
Nell’ultima seduta della scorsa ottava, il Nasdaq cede il 2,55%, il Russell 2000 l’1,9%, lo S&P500 l’1,7% ed il Dow Jones l’uno per cento. L’andamento del mercato del lavoro nel mese di agosto, in calo ma non sufficiente nel pensare che la Fed possa tagliare i tassi di interesse già di mezzo punto percentuale nella prossima riunione di settembre, ha aggravato una fase di stanchezza e debolezza che si è protratta per tutta la settimana.
Pesante seduta per tutti i titoli tecnologici, capitanati da Tesla (-8,5%) la quale annulla tutti i guadagni delle sedute precedenti nelle quali si era mossa in contro tendenza. In difficoltà anche i semi conduttori con Broadcom che cede il 10,4%, Nvidia il 4,1%, AMD il 3,7% e Super Micro Computer il 6,8%. Quest’ultima ha ormai lasciato sul terreno due terzi del suo valore rispetto ai massimi di giugno.
Indice VIX in deciso rialzo del dodici per cento a quota 22,4 punti, dopo un massimo fino a 23,7.
Sul mercato obbligazionario prosegue la discesa dei rendimenti per la quarta giornata consecutiva. Il Tbond cede due punti base chiudendo al 3,71%, dopo aver registrato un minimo fino a 3,66%, in scia alla pubblicazione dei dati macroeconomici.
Materie prime fortemente penalizzate dall’andamento del mercato azionario e dal rafforzamento del dollaro.
Il petrolio cede un punto e mezzo percentuale terminando poco al di sopra dei 68 dollari al barile, annullando di fatto tutto il guadagno da inizio anno. In difficoltà anche il rame che cede anch’esso l’uno e mezzo per cento.
Anche i metalli preziosi interrompono bruscamente la fase di recupero con l’oro che cede lo 0,5% e l’argento il 2,8%. Male anche il palladio (-3,5%), mentre si difende il platino (-0,5%).
Sul mercato valutario, il biglietto verde risale lievemente fino a 1,108 rispetto alla moneta unica mentre perde ancora terreno fino a 142,5 nei confronti dello yen.