Wall Street crolla sotto il peso delle minacce di Trump alla Cina

Wall Street chiude la seduta di venerdì in forte calo affossata dalle minacce di nuovi dazi alla Cina da parte del presidente americano.

L’S&P 500 archivia così le contrattazioni a -2,71%, il Nasdaq a -3,56% e il Dow Jones ha chiuso a -1,9%.

Male anche il Russell 2000 a -3,01%.

La corsa dei mercati finanziari iniziata ad aprile inizia a preoccupare quegli investitori secondo cui i prezzi dei titoli sono schizzati troppo in alto, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale.

Ad aggiungere benzina sul fuoco ci ha pensato ancora una volta il presidente americano Donald Trump che sulla sua piattaforma social Truth ha detto di star considerando un enorme aumento dei dazi verso la Cina.

Le parole di Trump arrivano in risposta alle restrizioni che il governo cinese ha messo sull’esportazione di terre rare, materiali fondamentali per la produzione di moltissimi componenti, dai chip ai motori dei jet.

Il calo di venerdì, secondo i più pessimisti, potrebbe essere solo l’inizio visti anche i valori esagerati di molti titoli soprattutto nel settore tecnologico e in particolare dell’artificial intelligence.

Alcuni analisti vedono nel settore AI gli echi di quanto già successo agli inizi del 2000 con la bolla dot-com e la palla adesso è alle società tecnologiche che se non riusciranno ad alzare i profitti (giustificando così i valori elevati dei titoli) sono destinati a sgonfiarsi.

Sullo sfondo resta lo shutdown governativo che ormai prosegue da più di una settimana e continua a causare forti inefficienze e licenziamenti in massa tra gli impiegati del governo federale.

Il blocco delle attività amministrative sta inoltre ritardando anche l’uscita di molti report macro che spesso influenzano l’andamento dei mercati.

Tornando all’azionario Levi Strauss è crollata del 12,6% nonostante risultati per l’ultimo trimestre superiori alle attese in quelle che sembrano essere prese di beneficio dopo una corsa che ha portato il titolo da inizio anno a un +42%.

Sotto pressione anche i titoli del’Oil & Gas in scia al crollo del greggio, causato anche dalla fine della guerra a Gaza. Infatti la pace firmata alla fine della scorsa settimana ha dissipato parte delle preoccupazioni legate alle interruzioni delle forniture (ad esempio sullo stretto di Hormuz).

Così il Brent crolla a -3,82% a 62,73 dollari al barile. Profondo rosso anche per il Wti a -4,24% a 58,9 dollari al barile.

Lieve recupero per l’oro a +0,7% a 4.000,4 dollari l’oncia. Poco mosso l’argento a +0,19% a 47,247 dollari l’oncia.

Infine sul forex l’euro/dollaro sale a 1,162 e il dollaro/yen scende a 151,18.