Aedes – Dividendo e crescita sono le future linee guida del gruppo

L’Ad Stefano Roveda, in un’intervista rilasciata a Monitor Immobiliare, svela i principali progetti di investimento per il futuro, gli obiettivi che il management si prefigge di perseguire sotto la sua guida e le minacce/opportunità del settore.

Il progetto di punta su cui la più antica Siiq quotata di Piazza Affari sta concentrando gran parte delle sue energie riguarda l’Open Mall dell’area di Torino-Caselle, un’area di circa 112.000 mq, 350 milioni di investimento (senza contare il costo dei terreni) e la possibilità di coniugare l’entertainment con l’educazione, grazie alla collaborazione con National Geographic per realizzare un parco divertimenti per ragazzi, il primo “Edutainment Centre” d’Europa.

Aedes intende inaugurare nel 2020 l’Open Mall piemontese, portando in dote i tratti che un centro commerciale deve avere in futuro per non essere soppiantato dall’e-commerce, principale minaccia dei centri commerciali.

Secondo Roveda, infatti, anche a seguito di lunghe ricerche e analisi compiute sia sul mercato Usa sia in quello europeo, i centri commerciali statunitensi soffrono perché, prima di tutto, “rispetto all’Europa ne hanno costruiti troppi. Oggi pagano una sorta di overdose e l’avanzare del commercio elettronico”.

Nonostante in Europa l’offerta non presenti ancora un mercato saturo come Oltreoceano, esaminando le varie alternative in merito a quali modifiche apportare al progetto di Caselle Torinese, Roveda argomenta così: “Abbiamo passato gli ultimi cinque anni a esaminare alternative. Abbiamo capito che crisi e innovazione tecnologica hanno cambiato il modo di consumare. La gente oggi non va più nei grandi centri solo per fare acquisti. Occorre offrire più di semplici negozi”.

Alla luce di questa strategia, quindi, il Caselle Open Mall “Non sarà un centro commerciale, ma un destination center dove si fondono edutainment (per cui abbiamo fatto l’accordo col il National Geographic), entertainment, per cui presto annunceremo un’altra importante alleanza, il benessere della persona e, ovviamente, il commercio ma con modalità differenti. Sarà un pezzo di città con una mobilità interna, le sue vie e le sue piazze”.

Inoltre, al fine di intercettare le nuove abitudini di consumo dei clienti anche per rispondere alla sfida lanciata dall’e-commerce, i canali di vendita del futuro si divideranno tra fisici e non: “La nostra sarà una proposta di vendita off-line e on-line. Non proponiamo un unico canale di vendita. Il cliente potrà scegliere come comprare un prodotto: nel negozio digitale, fisico o virtuale. Molte combinazioni per un consumatore sempre più fluido”.

Continuando a parlare del futuro, l’Ad di Aedes ritiene che il progetto di Torino-Caselle potrà fungere da modello di rinnovamento anche di altri centri commerciali di più vecchia memoria realizzati sul modello che era in voga negli anni ’80. In questo processo di ammodernamento c’è spazio anche per il recupero di aree industriali dismesse, specie se accompagnate da “una normativa più smart di quella attuale, soprattutto in merito ai tempi per le ristrutturazioni”.

Esplorando più a fondo altri progetti cari al gruppo e al top manager, nel corso dell’intervista viene menzionata l’importanza del completamento del Serravalle Project, sia per il retail park che nell’outlet, la decisione di incrementare gli investimenti in immobili (già a reddito) a Milano, tramite la recente acquisizione di due nuovi immobili uso ufficio, e la creazione a San Marino di un’outlet in collaborazione con Borletti.

Focalizzandosi sui desiderata del gruppo, a seguito del recente rilancio avvenuto sotto la sua guida, Roveda indica al primo posto l’intenzione di tornare a pagare un dividendo agli azionisti. In base al nuovo piano industriale, le cui linee guida sono state messe a punto lo scorso 2 agosto, al fine di approvarlo manca ancora un sufficiente rafforzamento patrimoniale, per raggiungere il quale sono sul tavolo diverse opzioni. Nel percorso di crescita, Il Ceo vuole portare il patrimonio immobiliare ad un valore di circa 1,6 miliardi (al 30 settembre 2017 questo vale circa 454,4 milioni), non escludendo una possibile operazione di M&A.