Banche – Settore in rosso (-1,7%), in controtendenza Popolare Sondrio (+3,2%)

ll Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,7% e in linea all’analogo europeo (-2,4%), appesantendo anche il Ftse Mib (-1,9%). La performance di quest’ultimo ha risentito anche delle tensioni legate alle politiche protezionistiche introdotte dal presidente americano Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio, che entreranno in vigore oggi e che tra gli altri escludono la Ue in attesa di una soluzione definitiva con Washington, oltreché da alcuni dato macro deludenti, su tutti gli indici Pmi.

Sul settore creditizio scatta qualche presa di profitto, dopo i rialzi dei giorni precedenti in scia alla pubblicazione della versione finale dell’Addendum risultata migliore delle attese. Migliorie riconosciute anche dall’associazione dei banchieri, seppure con qualche riserva.

Le vendite colpiscono tutti i titoli del listino principali, che registrano ribassi compresi tra l’1% e il 2,5 per cento.

Continua la fase discendente di Mps (-5,2%), iniziata dopo la pubblicazione dei risultati 2017. La banca senese comunque smentito le indiscrezioni su un possibili operazioni di aumento di capitale, confermando le tempistiche del piano di ristrutturazione.

Nel Mid Cap scatta Popolare Sondrio (+3,2%), dopo il verdetto della Consulta che ha sancito le legittimità della riforma delle popolari che prevede la trasformazione in spa a cui la banca dovrà adeguarsi, mentre su Credem (-1,1%) proseguono le vendite in attesa di novità sul fronte delle potenziali aggregazioni.

Ancora prese di beneficio su Creval (-6,7%) dopo il rally seguito all’ottimo esito dell’aumento di capitale da 700 milioni, sottoscritto interamente dal mercato. Ora banca valtellinese potrebbe diventare potenzialmente aggregabile, anche se il presidente Miro Fiordi ha sottolineato che non c’è fretta e che verranno fatte le opportune valutazioni.

Di nuovo giù Carige (-2,4%), con il mercato che resta in attesa delle mosse dei principali azionisti. Novità potrebbero venire fuori dal board del prossimo 27 marzo. Intanto, la banca punta ad accelerare il de-risking con la cessione di 1,5 miliardi di crediti deteriorati.