Banche – Ottava in spolvero (+3,1%) con UniCredit (+5,2%) e Banco Bpm (+4,5%)

Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un significativo rialzo del 4,1% e in linea all’omologo europeo (+4,8%), trainando anche il Ftse Mib (+3,1%).

Il mercato, dopo le rassicurazioni arrivate dai principali esponenti dell’esecutivo sul fatto che le misure che saranno implementate per sostenere la crescita non impatteranno sul rapporto deficit/Pil, attende di conoscere i target quantitativi della manovra che sarà approvata il prossimo 27 settembre. “Vogliamo essere credibili rispetto ai mercati: noi chiamiamo i mercati a fare investimenti dal punto di vista dei titoli di Stato e vogliamo essere credibili con tutti gli stakeholder”, ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In tale contesto lo spread Btp-Bund si mantiene stabile in area 220 pb (fonte Borsa Italiana), contribuendo ad alimentare gli acquisti sul comparto bancario.

Denaro su tutti i titoli del listino principale, a partire da UniCredit (+5,2%), che secondo indiscrezioni di stampa ha deciso di rimanere nel patto di sindacato di Mediobanca (+1,6%) fino alla scadenza ma con riserva, con la banca che nel frattempo prosegue nel de-risking e ha confermato il proprio impegno in Turchia. Molto bene Banco Bpm (+4,5%), che sta lavorando alla dismissione dei 3,5 miliardi di Npl pianificati, e Intesa Sanpaolo (+4,5%), il cui Ad Carlo Messina ha sottolineato che la ricerca di un partner nell’asset management richiederà ancora tempo e che non è preoccupato per gli stress test.

Nel Mid Cap in luce Credem (+4,5%) e Creval (+2,8%), che ha visto prevalere la linea tracciata dall’azionista Denis Dumont che porterà al rinnovo integrale de board nell’assemblea del prossimo 12 ottobre, mentre rallenta Popolare Sondrio (-1,8%). Scatta Mps (+7,6%), grazie soprattutto allo sprint dello scorso mercoledì pur in assenza di notizie “price sensitive”.

Tra le Small Cap arretra Carige (-3,4%), nella settimana dell’assemblea che ha visto prevalere nettamente la lista presentata da Vittorio Malacalza su quella promossa da Raffaele Mincione, i cui voti erano stati limitati da un paio di provvedimenti. Malacalza è più propenso a una prosecuzione dell’attività della banca stand alone per rilanciare la banca prima di parlare di un’eventuale aggregazione, mentre Mincione caldeggiava una fusione in tempi brevi con la conferma dell’attuale Ad Paolo Fiorentino, che non farà parte del nuovo board. Nel frattempo, la Bce ha bocciato definitivamente il piano di conservazione del capitale presentato dalla banca e l’ha invitata a ripristinare i requisiti patrimoniali entro fine anno con un nuovo piano da presentare entro il 30 novembre, anche considerando un’eventuale aggregazione. Tempi definiti ragionevoli dal presidente in pectore Pietro Modiano, con la famiglia Malacalza che ha confermato il proprio impegno nella banca.

Si mette in luce anche Banco Desio (+2,4%), nonostante la mancanza di notizie significative.