Tim – Chiude in perdita 9 mesi 2018, pesa svalutazione avviamento per 2 mld

I ricavi confrontabili di Tim nei primi 9 mesi del 2018 ammontano a 14.217 milioni, in flessione del 3,1% rispetto al 30 settembre 2017.

Alla sostanziale stabilità dei ricavi della Business Unit Domestic si è contrapposta la riduzione, interamente correlata alla svalutazione del real brasiliano, della Business Unit Brasile (-460 milioni di euro) di oltre il 20% rispetto ai primi nove mesi del 2017. In assenza dell’effetto cambio negativo, l’andamento dei ricavi della Business Unit Brasile è positivo (+5,0%) e la variazione organica dei ricavi consolidati di Gruppo registra un incremento dell’1,1 per cento.

L’Ebitda confrontabile dei primi nove mesi del 2018 ammonta a 6.030 milioni (in flessione del 2,9%) con un’incidenza sui ricavi del 42,4% (42,3% nei primi nove mesi del 2017). L’Ebitda organico evidenzia una variazione positiva dello 0,4% rispetto ai primi nove mesi del 2017, con un’incidenza sui ricavi in riduzione di 0,3 punti percentuali al 42,4 per cento. Al netto della componente non ricorrente e degli altri “one-off”, l’Ebitda organico si attesta a 6.158 milioni, in linea con il dato dei primi nove mesi del 2017. Tale risultato beneficia dell’effetto positivo della crescita del Brasile (+12,5%) e risente della flessione nella componente Domestic (-2,3%).

L’Ebit confrontabile dei primi nove mesi del 2018 ammonta a 762 milioni (-73,1%) con un’incidenza sui ricavi del 5,4% (19,3% nei primi nove mesi del 2017). Il reddito operativo sconta principalmente 2 miliardi relativi alla svalutazione dell’avviamento attribuito a Core Domestic.

Tale svalutazione, decisa a seguito del processo di impairment test, non ha impatti sui flussi di cassa ed è dovuta al deterioramento del quadro competitivo e regolatorio ed ai più alti tassi di interesse. La svalutazione non modifica le priorità strategiche del Piano triennale.

Il risultato netto consolidato dei primi nove mesi del 2018 attribuibile ai Soci della Controllante è negativo per 770 milioni. Escludendo l’impatto degli oneri netti non ricorrenti il risultato è positivo per circa 1,2 miliardi, in linea con quello dell’anno precedente.

L’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 25.190 milioni al 30 settembre 2018, in diminuzione di 118 milioni rispetto al 31 dicembre 2017.

In considerazione di numerosi fattori, fra cui la multa connessa al procedimento Golden Power, il consolidamento di un contesto competitivo avverso e le tensioni in ambito regolatorio nel mercato Domestico, nonché l’indebolimento del tasso di cambio del Real brasiliano, Tim non conferma il rapporto fra indebitamento finanziario netto rettificato ed Ebitda a circa 2,7x a fine 2018, ante fabbisogni finanziari per l’acquisizione dello spettro.