Banche – Ottava di vendite (-1,9%), sugli scudi Banco Bpm (+3,4%)

Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un ribasso dell’1,9% e sotto-performando di oltre un punto percentuale l’omologo europeo (-0,6%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,7%).

L’attenzione degli investitori continua ad essere rivolta alla tenuta dei conti pubblici italiani. I mercati restano cauti attendendo l’evolversi del dialogo tra Governo e Commissione Europea, con l’avvicinarsi della deadline (13 novembre) concessa da Bruxelles a Roma per cambiare la legge di Bilancio.

Nel frattempo, l’organismo comunitario ha pubblicato le proprie stime sui vari Paesi e per l’Italia è previsto un rapporto deficit/Pil al 2,9% per il 2019, a fronte del 2,4% stimato dall’esecutivo Conte, che tuttavia continua a ribadire la bontà del target fissato.

In caso di mancato accordo, la Commissione UE è pronta a valutare una procedura d’infrazione contro l’Italia. Il giudizio definitivo è atteso il prossimo 21 novembre.

In tale scenario lo spread Btp-Bund si riporta da 290 pb in prossimità dei 300 pb (fonte Mts Markets), frenando il comparto bancario. Il tutto durante la tornata delle trimestrali, che si concluderà oggi.

Settimana contrastata per titoli del listino principale, tra i quali scatta Banco Bpm (+3,4%) dopo i buoni conti trimestrali riportati e con il management intenzionato ad andare avanti nel de-risking, mentre arretra UniCredit (-4,8%) in scia alla trimestrale condizionata da alcuni elementi one-off anche se il Ceo Jean Pierre Mustier ha confermato la dividend policy, così come Ubi (-4,8%), nonostante i buoni risultati del terzo trimestre.

Tiene Intesa Sanpaolo (flat) dopo la solida trimestrale pubblicata, che ha evidenziato ancora una volta la profittabilità e la solidità dell’istituto.

Sul Mid Cap bene Credem (+2,1%) dopo i buoni risultati trimestrali, mentre frenano Creval (-1,1%) e Popolare Sondrio (-2,1%), con entrambe le banche che alzeranno il velo sui conti oggi.

Frena Mps (-2,1%), nonostante i conti trimestrali migliori delle attese. L’istituto che continua a restare osservato speciale per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread. L’obiettivo è diminuire la sensitivity ai titoli di Stato italiani a 3 milioni a fine 2018 “per ridurre la volatilità sul capitale che in questo momento è particolarmente esposto alle fluttuazioni dello spread tra Btp e Bund”, ha sottolineato l’Ad Marco Morelli. Inoltre, il management avrebbe in mente di emettere un bond subordinato entro il primo trimestre 2019.

Tra le Small Cap crolla Carige (-21,3%), in attesa delle decisioni del board, che oggi si riunirà per approvare i dati contabili dei primi nove mesi, per ripristinare i livelli del Total Capital ratio. Stop per Banco Desio (-1,4%), dopo che nei primi nove mesi ha riportato un utile netto in calo.