Intesa SP – In arrivo 9.000 uscite volontarie e 1.500 assunzioni entro il 2020

Intesa Sanpaolo ha definito con i sindacati il nuovo piano esuberi, aggiornando le precedenti previsioni sulla base delle richieste di uscite volontarie pervenute, che sono superiori rispetto al piano precedentemente concordato.

In totale le persone che hanno presentato domanda per lasciare la banca sono 7.500, contro le 4.000 concordate dal precedente piano. Sono previsti anche ingressi di 1.500 giovani.

Nel dettaglio, l’accordo con le organizzazioni sindacali raggiunto ieri prevede la disponibilità da parte della banca ad accogliere tutte le domande di uscite volontarie pervenute, presentate da circa 7.500 persone nell’ambito del Fondo di Solidarietà, con le ultime uscite previste entro il 30 giugno 2020.

Le nuove assunzioni saranno distinte in due profili professionali. I primi 1.000 ingressi a tempo indeterminato saranno focalizzati sulla rete, sulle aree svantaggiate del Paese e dando spazio ai nuovi mestieri, comprese assunzioni di categorie protette (collocamento obbligatorio) e tenendo conto delle persone con contratto a tempo determinato ad oggi in servizio. Gli altri 500 nuovi inserimenti saranno inquadrati con un contratto misto, ovvero contratto combinato tra rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato part time e rapporto di lavoro autonomo in capo alla stessa persona, per svolgere attività di consulente finanziario, previa iscrizione all’albo unico dei consulenti finanziari.

Nel complesso, le le uscite volontarie complessive saranno pari a circa 9.000 persone. Tra queste, 1.500 sono dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo che hanno già maturato i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2018.

Poi ci sono i 4.000 concordati nell’ambito del contratto di acquisizione dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca firmato il 26 giugno 2017. All’interno di questo gruppo, che accederà al Fondo di Solidarietà con uscite previste entro il 30 giugno 2020, 1.000 dipendenti provengono dalle ex banche venete e 3.000 dal gruppo Intesa Sanpaolo.

Infine, ci sono le 3.500 nuove richieste di personale proveniente dal gruppo Intesa Sanpaolo che accederà al Fondo di Solidarietà entro il 30 giugno 2020.

La banca ha stimato che il differimento delle uscite fino al 30 giugno 2020 e la riduzione della permanenza media nel Fondo di Solidarietà consentiranno di ottimizzare gli oneri per le uscite volontarie previsti a carico del gruppo Intesa Sanpaolo da contabilizzare nel quarto trimestre 2017, che ammontano a circa 45 milioni al netto delle imposte.

Le assunzioni si vanno ad aggiungere alle 150 già concordate con le organizzazioni sindacali il 1° febbraio 2017 e alle circa 100 assunzioni a tempo indeterminato rivolte ai tempi determinati in servizio presso i rami di attività delle ex banche venete al 25 giugno 2017.

Con l’accordo odierno, si prevedono risparmi nelle spese del personale a regime (dal 2021) complessivamente pari a circa 675 milioni annui.

COMMENTO

Sicuramente la notizia è positiva per Intesa Sanpaolo poiché, una volta assorbiti i costi aggiuntivi relativi al Fondo, permetterà consistenti risparmi della base costi.

Un risparmio annuo di 675 milioni a regime rappresenta un taglio del 12,7% dei costi del personale, se rapportato ai 5,3 miliardi spesi per tale voce nel 2016. Il costo del personale è destinato a variare nel 2017 e nel 2018 per l’inclusione delle ex banche venete, ma anche rispetto a tale valore il risparmio sarà sensibile.

Oltre all’aspetto economico e di recupero dell’efficienza, si può sottolineare l’elemento positivo rappresentato dal ricambio generazionale e dal potenziamento dei profili professionali dedicati al risparmio gestito, area su cui la banca guidata da Carlo Messina vuole puntare per il futuro e su cui si concentreranno un terzo dei nuovi ingressi.