Banche – Ottava in rialzo (+1,3%), sugli scudi Ubi (+2,8%) e Banco Bpm (+3%)

ll Ftse Italia Banche chiude la settimana con un rialzo dell’1,3% e sovra-performando di quasi due punti percentuali l’analogo europeo (-0,3%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (+0,5%).

Il comparto bancario, che ha accelerato nell’ultima parte della settimana, è stato sostenuto anche dalla versione definitiva più morbida dell’Addendum pubblicato dalla Vigilanza della Bce, che ha confermato la svalutazione integrale in 7 anni per gli npl assistiti da garanzia e in due anni per quelli non garantiti. La misura sarà valida solo per i crediti che vengono classificati come deteriorati a partire dal prossimo 1° aprile. La novità più rilevante riguarda i crediti garantiti, che potranno essere svalutati a partire dal terzo anno. Francoforte ha assicurato che gli impatti saranno gestibili per le banche europee.

Mercoledì, invece, era stata la Commissione Ue, a divulgare il proprio pacchetto di misure per la gestione dei crediti problematici, che saranno applicate solo ai nuovi prestiti erogati a partire dal 14 marzo. In particolare, le norme prevedono una svalutazione integrale in otto anni per i crediti garantiti e in due anni per quelli non garantiti, con accantonamenti progressivi e crescenti.

Si segnala che i principali istituti di credito invieranno i piani aggiornati di dismissione dei crediti problematici tra fine marzo e inizio aprile.

Inoltre, in settimana si era concluso con un nulla di fatto il vertice Ecofin in merito all’attuazione delle regole relative alle passività minime da detenere (Mrel) dalle banche in caso di bail-in.

Gli acquisti premiano quasi tutti i titoli del listino principale, tra cui spiccano Ubi (+2,8%) e Banco Bpm (+3%). Bene anche Intesa Sanpaolo (+1,3%), che intende premere sull’acceleratore nell’asset management e che ha collocato con successo un bond da 1,25 miliardi, e Unicredit (+1,4%). Le performance sono state supportate anche dalla conferma della raccomandazione d’acquisto da parte di alcuni analisti. Poco mossa Bper (-0,2%), che riesce a recuperare nelle ultime sedute della settimana. Si segnala che il cda della banca emiliana ha presentato la lista di maggioranza in vista dell’assemblea fissata per il 14 aprile che dovrà rinnovare l’organo.

Pesante calo per Mps (-3,8%), nella settimana in cui la banca ha comunicato la sostituzione di Francesco Mele, che ha rassegnato le dimissioni, con Andrea Rovellini nella carica di Cfo. Nel frattempo, l’istituto toscano starebbe valutando la cessione di un portafoglio di unlikely-to-pay (utp) riguardante posizioni comprese tra 5 e 50 milioni.

Nel Mid Cap regge l’urto Popolare Sondrio (-0,2%), che resta in attesa del pronunciamento della Consulta sulla riforma delle banche popolari ormai imminente, mentre risulta più vivace Credem (+1,4%), che nel frattempo valuta potenziali aggregazioni.

Acquisti sostenuti su Creval (+4,2%) in scia al successo dell’aumento di capitale da 700 milioni che ha registrato sottoscrizioni pari all’83,1%, corrispondenti a 581,6 milioni di fondi raccolti. Secondo rumor di stampa, i due soci forti di Creval, l’imprenditore francese Denis Dumont e il fondo inglese Hosking Partners, hanno aderito pro-quota all’aumento. Nel corso dell’ottava sono stati venduti anche tutti i rimanenti diritti rimasti inoptati, che dovranno essere esercitati entro il 2 marzo.

Strappo di Carige (+8%), con il mercato che resta in attesa delle prossime mosse degli azionisti, vecchi e nuovi, in vista di un nuovo equilibrio nell’assetto della governance. Nel frattempo, l’Ad Paolo Fiorentino si dichiara soddisfatto quanto all’andamento economico di gennaio e febbraio “per i numeri e per le attitudini, il lavoro che stanno facendo le persone è importante”. L’istituto ligure, intanto, punta al rilancio della controllata Cesare Ponti, attiva nel private banking.