Il Ftse Italia Banche chiude con un frazionale rialzo dello 0,3% e in linea all’analogo europeo (+0,5%), supportando anche il Ftse Mib (+1,2%). Quest’ultimo è sostenuto dal fatto che non si andrà di nuovo al voto il prossimo giugno come richiesto dal M5S, dopo l’opposizione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Quest’ultimo nei prossimi giorni prenderà una decisione dopo il nulla di fatto dei mandati esplorativi dei presidenti di Camera e Senato per creare un governo.
E l’allontanarsi delle urne, con il conseguente calo dello spread, supporta il comparto bancario. Il settore creditizio beneficia anche delle attese positive sulle ormai imminenti trimestrali.
Seduta a due velocità per i titoli del listino principale, tra cui si mette in luce Banco Bpm (+2,2%), trainato dalla conferma della raccomandazione ‘buy’ da parte di diversi analisti.
Moderato rialzo per Intesa Sanpaolo (+0,4%), il cui Ad Carlo Messina ha dichiarato nel corso dell’assemblea che i risultati del 2018 saranno superiori a quelli dell’anno precedente.
Recupera parzialmente terreno Mediobanca (+1,2%), reduce da un calo del 3% nei cinque giorni precedenti.
Nel Mid Cap Popolare Sondrio (+1,2%) riprende la corsa, con il mercato rimasto indifferente alle possibili difficoltà nell’acquisto del 51% di Cr Cento. Pausa di riflessione Credem (-0,5%) dopo la buona performance delle sedute precedenti, con gli investitori che aveva apprezzato la riorganizzazione della rete del wealth management.
Seduta positiva per Creval (+2%), il cui presidente Miro Fiordi ha annunciato l’avvio del cantiere per la riforma della governance, ritenuta necessaria anche dall’azionista Denis Dumont dopo il cambiamento avvenuto nell’azionariato in seguito all’aumento di capitale da 700 milioni.
Tra le Small Cap arretra Carige (-1,1%) dopo il guadagno della scorsa ottava, in cui l’azionista Raffaele Mincione aveva affermato di sperare in un’aggregazione entro diciotto mesi.