Il Ftse Italia Banche chiude poco mosso (-0,1%) e in direzione leggermente opposta rispetto all’analogo europeo (+0,4%), frenando anche il Ftse Mib (-1%). Quest’ultimo ha risentito dell’incertezza legata agli ultimi sviluppi politici, con Lega e M5S che stanno trattano per la formazione di un nuovo governo e che dovrebbero riferire domenica sull’esito dei colloqui.
Tale dinamica si ripercuote anche sullo spread Btp Bund che risale fino a 136 punti base, rallentando il comparto bancario che pure aveva iniziato positivamente prima di invertire la rotta poco prima di metà seduta.
Nel listino principale si mette in luce UniCredit (+1,8%), che ha beneficiato dei risultati del primo trimestre nettamente migliori delle attese (utile netto di 1,1 miliardi, superiore di oltre il 40% rispetto al consensus).
Bper (+0,4%) rafforza il balzo di oltre l’8% realizzato nella seduta precedente, in scia alla brillante trimestrale riportata e all’annuncio di una strategia più aggressiva per ridurre del 40% lo stock di crediti deteriorati entro il 2020.
Resiste sulla parità Ubi, il cui board si è riunito ieri per approvare i dati contabili dei primi tre mesi del 2018.
Le vendite penalizzano Banco Bpm (-4,1%) dopo la divulgazione dei conti del primo trimestre, che hanno messo in luce un utile netto al di sotto del consensus, seppure quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente (223 milioni contro 115,2 milioni).
Nel Mid Cap in calo Popolare Sondrio (-1,1%), il cui cda si riunirà oggi per approvare i conti del primo trimestre 2018.Tiene botta Credem (-0,1%), che ha diffuso i risultati dei primi tre mesi ieri a mercati chiusi.
Creval (-1,8%) continua l’andamento negativo partito nei giorni scorsi, anche a causa dei conti del primo trimestre che hanno messo in evidenza una perdita netta di 30,1 milioni.
Tra le Small Cap arretra Carige (-2,2%) dopo lo scatto del 6% realizzato mercoledì, il cui board approverà oggi i dati contabili del periodo gennaio-marzo.