Questa mattina la multi-utility bolognese ha formalizzato un accordo con quattro istituti di credito per l’attivazione di una nuova linea revolving sostenibile da 200 milioni di euro finalizzata a contribuire e a mantenere la solidità finanziaria e nel contempo ad accrescere il mix di prodotti e strumenti finanziari adottati dall’azienda. L’accordo è il primo nel suo genere in Italia.
La nuova linea di credito, denominata “ESG Linked RCF Facility”, introduce elementi di sostenibilità attraverso un meccanismo premiante legato al raggiungimento di specifici obiettivi ambientali, sociali e di governance (ESG). Nell’impegno sottoscritto con le banche sono stati definiti alcuni indicatori di performance ESG, in virtù dei quali Hera potrà beneficiare nel tempo di tassi più favorevoli. Gli obiettivi di sostenibilità riguardano, ad esempio, l’ulteriore riduzione dell’impronta di carbonio dalla produzione di energia, il raggiungimento di nuovi target di efficienza energetica, il miglioramento della raccolta differenziata. Tutti ambiti che vedono il gruppo presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano in prima linea da tempo, come rendicontato nell’ultimo bilancio di sostenibilità da cui si evince nel 2017 una riduzione dell’impronta di carbonio del 16%, un risparmio energetico del 3,6% rispetto ai propri consumi del 2013, con l’obiettivo di giungere al -5% entro il 2020, e una raccolta differenziata al 57,7%, al di sopra della media nazionale.
Dopo il lancio del primo green bond in Italia nel 2014, Hera si conferma dunque pioniere nell’individuazione di strumenti innovativi legati alla sostenibilità in ambito finanziario. Nella definizione dell’accordo l’ex-municipalizzata quotata si è avvalsa della collaborazione di Vigeo Eiris, primaria agenzia di rating sociale ed ambientale europea, che ha elaborato un’opinione indipendente in merito alla rilevanza degli indicatori individuati e al livello di ambizione del miglioramento futuro degli indicatori stessi, cui è legato il margine dell’operazione.
Hanno sostenuto Hera all’interno del club deal: BBVA nel ruolo di Sustainable Coordinator, BNP Paribas e UniCredit nel ruolo di Documentation Agent, Crédit Agricole CIB nel ruolo di Facility Agent. Tutti gli istituti finanziatori coinvolti hanno operato anche come Mandated Lead Arrangers.