Banche – Entro dicembre la modifica della direttiva sui requisiti patrimoniali

È partito ad inizio luglio il confronto tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo sulle proposte di modifica della direttiva sui requisiti patrimoniali approvate dal Parlamento Europeo dopo metà giugno.

Lo ha precisato alla stampa Peter Simon, relatore del provvedimento a Strasburgo, il quale ha aggiunto che “La procedure di composizione dei testi della Commissione, del Consiglio europeo e del parlamento per arrivare alla versione finale della direttiva sono complesse e si articolano in tre fasi diverse. La prima per comporre differenze formali; la seconda per avvicinare le posizioni e l’ultima per affrontare gli scogli sui quali i testi divergono. Sappiamo che ci sono resistenze ma riteniamo che siano i margini per un compromesso. L’obiettivo è chiudere il trilogo entro dicembre”.

Le misure proposte dal Parlamento Ue riguardano i minori accantonamenti richiesti a fronte dei prestiti alle Pmi, ai mutui, ai finanziamenti garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio e, soprattutto, la sterilizzazione degli effetti negativi legati alla cessione di grandi pacchetti di Npl (superiori al totale del 15% del totale dei crediti deteriorati).

Nei mesi scorsi anche Commissione e Consiglio Europeo avevano approvato delle proposte su alcune di queste tematiche, in alcuni casi più stringenti.

In proposito, il neo rieletto presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, ha assunto una precisa posizione: “Apprezziamo le recenti scelte del Parlamento Europeo sui requisiti patrimoniali delle banche. Chiediamo che il Trilogo confermi presto queste scelte”.

Nei prossimi giorni, inoltre, i tre organismi europei avvieranno anche l’esame delle proposte per la revisione della direttiva sul bail-in. In particolare, il punto di incontro dovrà essere trovato sul Mrel, cioè l’ammontare minimo di passività finanziarie e mezzi propri ammissibile che le banche devono detenere in caso di bail-in.

Il confronto verterà sul limite degli strumenti subordinati che possono essere coinvolti nel bail-in, con la proposta del Parlamento che risulta più soft di quella del Consiglio Europeo.

Sulla questione è intervenuto anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il quale ha sottolineato che “I nuovi requisiti sulle passività potrebbero determinare un marcato incremento del costo della raccolta di fondi sul mercato all’ingrosso”.