Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,2% e al di sotto dell’analogo europeo (-0,4%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-0,7%).
Sul mercato continuano a prevalere le preoccupazioni generate dallo scontro commerciale internazionale tra Stati Uniti e Cina, così come i dubbi sulle misure che il Governo intende predisporre per sostenere la crescita senza appesantire i conti pubblici nonostante le nuove rassicurazioni dei vari esponenti.
In tale scenario lo spread si è riportato sopra i 250 pb, penalizzando il comparto bancario. Il tutto proprio mentre è terminata la tornata delle trimestrali.
Seduta di vendite tra i titoli del listino principale, tra i quali Bper (-1,1%), che risente ancora della debole trimestrale messa in luce. Ancora prese di profitto su UniCredit (-1,9%), dopo il rialzo riportato lo scorso martedì in scia ai solidi conti trimestrali riportati. Resiste Mediobanca (+0,2%), con gli azionisti del patto di sindacato che secondo alcuni rumor potrebbero rivisitare l’accordo.
Tra le Mid Cap di nuovo in rosso Mps (-1,6%), nonostante il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, in un’intervista abbia assicurato che lo Stato uscirà dal capitale nei termini concordati con la Commissione Europea.
Male Credem (-2,2%), dopo i risultati trimestrali che hanno evidenziato ricavi e margini in calo e i cui vertici hanno confermato la volontà di crescere per linee esterne, mentre contiene la perdita Popolare Sondrio (-0,4%), i cui conti del trimestre hanno mostrato una crescita a doppia cifra dell’utile netto. In controtendenza Creval (+1%), che ha diffuso i conti a mercati chiusi e il cui azionista Denis Dumont ha chiesto la convocazione dell’assemblea per revocare l’attuale cda e nominarne contestualmente uno nuovo. Inoltre, la banca ha siglato due partnership nella cessione del quinto dello stipendio e nel credito su pegno.
Termina sulla parità Carige, che ha registrato le ennesime dimissioni in seno al cda e che nel frattempo avrebbe accelerato nella cessione della quota detenuta in Bankitalia, non ritenuta core.
In luce Banca Finnat (+0,8%), su cui Banca Imi ha confermato la raccomandazione ‘buy’ pur limando leggermente il target price da 0,70 euro a 0,67 euro.