ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con balzo del 2,5% e “battendo” l’analogo europeo (+0,7%), beneficiando del recupero del comparto bancario (+3%) e uniformandosi al Ftse Mib (+1,9%).
Il focus dei mercati continua ad essere rivolto ai possibili impatti sul bilancio pubblico italiano. Gli investitori aspettano di capire come di fatto Commissione Europea ed esecutivo italiano possano raggiungere un’intesa sulla manovra economica, evitando così l’avvio di una formale procedura d’infrazione contro Roma da parte di Bruxelles.
Ieri c’è stato un vertice tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il numero della Commissione UE, Jean Claude Juncker. Il premier, secondo indiscrezioni di stampa, avrebbe presentato una versione della legge di Bilancio con una rimodulazione del rapporto deficit/Pil dal 2,4% al 2% per il 2019.
I rumor sono stati poi confermati dallo stesso presidente del Consiglio al termine dell’incontro con Juncker. “Dal 2,4% di saldo finale siamo potuti scendere a 2,04 per cento. Abbiamo illustrato la nostra proposta che ci consente di dire che non tradiamo la fiducia degli italiani, rispettiamo gli impegni presi, ma come avevamo anticipato le relazioni tecniche ci hanno consentito un margine di negoziazione”, ha affermato Conte.
“Nel momento in cui le stime tecniche ci consentivano di recuperare risorse, anche attraverso le dismissioni, abbiamo calibrato una nuova formula. La trattativa con l’UE prosegue, andiamo avanti con forte determinazione”, ha fatto presente il premier, aggiungendo che Juncker considera “importante e significativa” la proposta presentata da Roma.
“L’incontro odierno tra il presidente Juncker e il premier Conte è stato parte del dialogo continuo tra la Commissione UE e l’Italia sul progetto di bilancio 2019. Il presidente ha ascoltato attentamente il premier Conte e le argomentazioni che ha presentato. Si è registrato un buon progresso. La Commissione UE valuterà adesso le proposte ricevute questo pomeriggio. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni”, hanno fatto sapere dall’organo comunitario.
La rimonta del settore creditizio si è riflessa anche sui titoli dell’asset management, a partire da Banca Generali (+4%) e Azimut (+3,3%), sostenute anche dal dato positivo sulla raccolta netta di novembre.
Bene Exor (+2%), mossasi in scia alla giornata positiva delle principali controllate quotate a Piazza Affari.
Nel Mid Cap altro scatto di Banca Ifis (+4,3%), che ha concluso un’offerta di riacquisto parziale su un bond da 300 milioni. Si interrompe il trend negativo di Cerved (+1,6%).
Ancora lettera su doBank (-1,7%), il cui consorzio in gara per il pacchetto da 7,8 miliardi di Npl si Banco Bpm è stato superato da quella composto da Elliott e Credito Fondiario.
Tra le Small Cap nuovo stop per Banca Intermobiliare (-1,3%), con i diritti di opzione legati all’aumento di capitale che potranno essere esercitati fino al prossimo 17 dicembre. Continuano le prese di beneficio su Banca Sistema (-2,2%), nonostante le prospettive positive sul settore della cessione del quinto in Italia.