Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso in rialzo dello 0,5%, facendo meglio del Ftse Mib (-0,2%) e avvicinandosi all’Euro Stoxx 600 Utilities (+0,7%).
Nonostante il rialzo generale dei bond europei, resta poco mosso il tasso del Btp decennale italiano al 2,59%, con uno spread di 243 punti base dal Bund, complice la stima dell’Istat sul Pil che ha certificato l’entrata in recessione tecnica del Paese.
Le performance delle Big si sono concentrate in una forchetta compresa tra il +0,6% e il -0,6%, con Enel e A2A all’estremo superiore e Snam a quello inferiore.
Tra i titoli a media capitalizzazione, ben comprata Iren (+1,5%).
In relazione al patto parasociale tra i comuni soci di Iren in attesa di approvazione, si ricorda che Torino è l’unico comune a non avere ancora dato il via libera. La delibera andrà in commissione Ambiente e Bilancio il prossimo 8 febbraio e, una volta deliberata approderà in consiglio comunale il lunedì successivo. Una volta superato questo scoglio, verrà convocata un’assemblea straordinaria della società per approvare i nuovi patti triennali.
In merito all’interesse manifestato dalla multi-utility emiliana per la costituzione di una joint venture industriale con Cva (Compagnia Valdostana delle Acque), il tutto è ancora alle battute iniziali, tuttavia, se la proposta venisse accettata e si arrivasse alla firma di un accordo, ne nascerebbe una società con 1,55 GW di capacità idroelettrica installata e oltre 1,7 GW complessivi.
Segue Hera, che ha guadagnato un punto percentuale e che resta tra le migliori da inizio anno (+10,9%).
Tra le Small Cap, acquisti su Acsm-Agam (+1,8%), che rimbalza rispetto alla chiusura precedente (-0,9%).
Biancamano, che ha chiuso in parità, a fine dicembre 2018 ha riportato un indebitamento finanziario netto consolidato pari a 108,9 milioni, in leggero calo rispetto ai 109,9 milioni del mese precedente.
TerniEnergia (-0,2%) attraverso Softeco, digital company del gruppo, ha perfezionato l’acquisizione del 19% della startup tecnologica Sundrone. Realtà, quest’ultima, attiva nel settore delle ispezioni termografiche e visive di impianti fotovoltaici di taglia industriale con l’utilizzo di droni. Softeco, che deteneva già il 40% delle quote azionarie della società, sale così al 59% del capitale sociale, acquisendone il controllo.
Si riporta che lo scorso mese la domanda di energia elettrica in Italia è diminuita dell’1,5% rispetto al mese di dicembre 2017. La produzione nazionale netta (23,2 miliardi di kWh) è diminuita del 2,8% rispetto a dicembre 2017.
Infine si segnala che il mese di gennaio si è concluso con una media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso in Italia pari a 67,65 €/MWh, in aumento sia rispetto a gennaio 2018 (+38,1%) sia rispetto al precedente mese di dicembre (+3,8%).