Nella scorsa settimana il Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un -0,4 per cento, facendo meglio del Ftse Mib (-1,2%), ma in controtendenza all’Euro Stoxx 600 Utilities (+1,1%).
Nel comparto obbligazionario in chiusura di ottava si sono impennati i tassi dei Btp, in aumento di oltre 10 punti base lungo tutta la curva, dopo il dato sull’andamento del settore manifatturiero, sotto le attese e ai minimi da oltre cinque anni e mezzo (47,8 punti).
Il tutto all’indomani della stima Istat sul Pil che ha certificato l’ingresso in recessione. Il rendimento del decennale balza di 13 punti base al 2,73%, con uno spread dal Bund in aumento a 256 punti base.
Ricordiamo infatti l’elevata sensibilità dei titoli del settore utility all’andamento dei tassi a causa di una struttura finanziaria con una più alta leva finanziaria rispetto a quella di altri comparti.
Tra le Big, unica positiva, poco sopra la parità A2A (+0,3%).
Segue Snam in flessione dello 0,3 per cento. La società ha sottoscritto con la Banca europea per gli investimenti (BEI) un finanziamento da 135 milioni, destinato a vari progetti finalizzati alla sostituzione e all’ammodernamento di metanodotti e impianti per il trasporto e lo stoccaggio di gas naturale. Il finanziamento sarà a tasso fisso pari a 1,372%, con scadenza nel dicembre 2038.
Enel (-0,4%) la cui controllata spagnola Endesa ha registrato nel periodo ottobre-dicembre 2018 un calo dell’8,6% su base annua della produzione di energia elettrica, scesa a 18.645 GWh, a causa soprattutto della riduzione del l’11,4% su base annua dell’output generato nella penisola (77% del totale).
Nell’intero esercizio 2018 la produzione di energia elettrica si è ridotta del 5,7% su base annua, che è così scesa a 74.193 GWh, a causa soprattutto della riduzione del 7,3% su base annua dell’output generato nella penisola (78% del totale).
In relazione a Enel Russia si riporta che, nel 4° trimestre del 2018, la produzione di energia elettrica ha subito una flessione dello 0,7% su base annua, mentre le vendite di calore sono diminuite del 3,2 per cento. In calo anche i dati relativi all’intero 2018, con la produzione di energia elettrica scesa dell’1,6% e le vendite di calore in contrazione del 5,8 per cento.
Tra i titoli a media capitalizzazione, in luce Hera che ha riportato un progresso del 3,8 per cento.
Ascopiave ha chiuso a +0,2 per cneto. Il Cda della società insieme a quello di Unigas Distribuzione (Unigas) hanno approvato la fusione per incorporazione di Unigas in Ascopiave, a cui segue la concentrazione in Edigas Esercizio Distribuzione Gas delle attività operative di Unigas nel settore reti.
In coda alle Mid Iren (-2,2%). In relazione al patto parasociale tra i comuni soci in attesa di approvazione, si ricorda che Torino è l’unico comune a non avere ancora dato il via libera. La delibera andrà in commissione Ambiente e Bilancio il prossimo 8 febbraio e, una volta deliberata approderà in consiglio comunale il lunedì successivo. Una volta superato questo scoglio, verrà convocata un’assemblea straordinaria della società per approvare i nuovi patti triennali.
In merito all’interesse manifestato dalla multi-utility emiliana per la costituzione di una joint venture industriale con Cva (Compagnia Valdostana delle Acque), il tutto è ancora alle battute iniziali, tuttavia, se la proposta venisse accettata e si arrivasse alla firma di un accordo, ne nascerebbe una società con 1,55 GW di capacità idroelettrica installata e oltre 1,7 GW complessivi.
Il gruppo guidato da Massimiliano Bianco, attraverso la controllata al 100% Iren Ambiente, ha perfezionato l’acquisizione, dal Gruppo Derichebourg, del 100% di San Germano e della controllata CMT. Il valore dell’azienda (Enterprise Value), comprensivo della sua partecipata CMT, è stato convenuto in 25,4 milioni, con un Ebitda adjusted di 8,3 milioni.
Tra le Small Cap, ben comprata Acsm-Agam che ha guadagnato il 3,2 per cento.
Biancamano (-2,5%) a fine dicembre 2018 ha riportato un indebitamento finanziario netto consolidato pari a 108,9 milioni, in leggero calo rispetto ai 109,9 milioni del mese precedente.
TerniEnergia (-4%) a fine 2018 ha riportato un indebitamento finanziario netto di gruppo pari a 60,6 milioni, in lieve calo rispetto ai 61,1 milioni del mese precedente.
La società, attraverso Softeco, digital company del gruppo, ha perfezionato l’acquisizione del 19% della startup tecnologica Sundrone. Realtà, quest’ultima, attiva nel settore delle ispezioni termografiche e visive di impianti fotovoltaici di taglia industriale con l’utilizzo di droni. Softeco, che deteneva già il 40% delle quote azionarie della società, sale così al 59% del capitale sociale, acquisendone il controllo.
In coda Seri Industrial, che ha lasciato sul terreno il 4,1 per cento
Si ricorda che Quercus, gestore di fondi europei focalizzato su investimenti in infrastrutture rinnovabili, ha avviato una nuova fase di fundraising con l’obiettivo di raccogliere ulteriori 150 milioni da investire nei prossimi due anni in Italia ed Europa occidentale.
Si riporta che il mese di febbraio è partito con una media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso in Italia pari a 60,3 €/MWh, in aumento del 5,8% rispetto a febbraio del 2018 ma in calo del 10,8% rispetto a gennaio 2019.
Si segnala che il mese di gennaio si è concluso con una media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso in Italia pari a 67,65 €/MWh, in aumento sia rispetto a gennaio 2018 (+38,1%) sia rispetto al precedente mese di dicembre (+3,8%).
Infine, che lo scorso mese la domanda di energia elettrica in Italia è diminuita dell’1,5% rispetto al mese di dicembre 2017. La produzione nazionale netta (23,2 miliardi di kWh) è diminuita del 2,8% rispetto a dicembre 2017.