Banche – Partenza pimpante (+1,6%), molto bene Ubi (+3,9%) e UniCredit (+3,2%)

Il Ftse Italia Banche avvia la settimana con un rialzo dell’1,6% e in linea all’omologo europeo (+0,9%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,6%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa dei dubbi sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale al termine della tregua fissato per inizio marzo, anche se il presidente americano, Donald Trump, ha espresso ottimismo della questione, e potrebbe prorogare la deadline (di 60 giorni secondo rumor) della tregua nel caso si raggiungesse un accordo di principio.

Le due controparti hanno fatto sapere di avere fatto dei progressi, anche se sono ancora distanti su alcune questioni. I colloqui proseguiranno questa settimana a Washington, dopo quelli di alto livello tenutisi giovedì e venerdì a Pechino.

Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, che hanno portato la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno.

Sul comparto bancario, anche grazie all’ulteriore restringimento dello spread Btp-Bund in area 260 pb (fonte Mts Markets), proseguono gli acquisti dopo lo scatto della scorsa ottava, a cui ha contribuito anche il fatto che i principali istituti italiani presentano già requisiti patrimoniali al di sopra delle richieste della Bce per il 2019 e la possibilità del varo di un nuovo Tltro da parte della Bce a causa del rallentamento economico dell’Eurozona superiore alle attese.

Gli acquisti proseguono su quasi tutti i titoli del Ftse Mib, incluse UniCredit (+3,2%), che pochi giorni fa ha collocato con successo un bond Tier2 da 1 miliardo, e Ubi (+3,9%), che ieri ha piazzato un covered bond da 500 milioni e il cui consigliere delegato Victor Massiah in un’intervista ha ribadito che la concentrazione del settore partirà e che la banca non starà a guardare.

Tonica Banco Bpm (+1,4%), con gli investitori che continuano ad apprezzare l’accelerazione impressa al de-risking e il cui Ad Giuseppe Castagna ha rimarcato che l’istituto quest’anno punta a generale forti utili e a pagare il dividendo, mentre ritraccia Bper (-%), a poco meno di dieci giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale e con l’Ad Alessandro Vandelli che in un’intervista ha fatto il punto dopo le recenti operazioni straordinarie portate a termine.

Sul Mid Cap in luce Credem (+2,5%) e Creval (+1,2%), mentre scatta qualche realizzo su Popolare Sondrio (-0,5%), così come su Mps (-0,5%), il cui Ad Marco Morelli nei giorni scorsi ha rassicurato gli investitori in un road show a Londra, con la banca che nel frattempo ha riorganizzato la divisione leasing e factoring.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che presenteranno il nuovo piano il prossimo 27 febbraio, mentre continuano i rumor sui potenziali operatori interessati alla banca, che ha smentito le indiscrezioni di stampa sulla fuoriuscita dei depositi. Vendite su Banca Finnat (-1,4%).