Mercati Asiatici – Acquisti contenuti su Shanghai (+0,1%), bene Tokyo (+0,6%)

Le principali Borse asiatiche, Cina e Giappone, si muovono in frazionale rialzo, in scia alla riapertura moderatamente positiva di Wall dopo che lunedì era rimasta chiusa per il Presidents Day.

Ieri a Washington sono ripresi i colloqui commerciali a livello vice minsteriale tra Cina e Usa, con questi ultimi guidati dal vice del rappresentante commerciale, Jeffrey Gerrish. “Le discussioni continuano. Sono stati fatti progressi ma c’è ancora molto da fare”, ha affermato alla stampa Kevin Hassett, capo dei consiglieri economici della Casa Bianca.

Domani, invece, sarà il turno di quelli di alto livello, presieduti dal rappresentante del commercio americano, Robert Lighthizer, e a cui parteciperanno anche il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, quello al Commercio, Wilbur Ross, il consulente economico, Larry Kudlow, e quello commerciale, Peter Navarro.

Secondo quanto dichiarato ufficialmente dalla casa Bianca, i rappresentanti di Stato delle due superpotenze “discuteranno anche dell’impegno della Cina a comprare una quantità notevole di beni e servizi dagli Stati Uniti”.

La volontà delle parti resta quella di raggiungere un’intesa entro il 1° marzo, data che potrebbe far scattare i dazi Usa al 25% dal 10% corrente sui beni made in China per 200 miliardi di dollari.

Al riguardo, ieri il presidente statunitense, Donald Trump, ha sottolineato che tale deadline non è “magica” e ha suggerito di essere pronto a respingere la suddetta scadenza per completare i negoziati, che ha riferito stanno ben procedendo.

L’inquilino della Casa Bianca, secondo gli ultimi rumor di stampa, potrebbe incontrare il collega cinese Xi Jinping per formalizzare l’accordo dopo il congresso annuale che inizierà il prossimo 5 marzo.

Le Borse della Cina si muovono al rialzo, con Shanghai a +0,1% e Shenzen a +0,2 per cento. Acquisti anche sulla Borsa di Hong Kong (+0,9%).

Sul fronte valutario, lo yuan offshore è salito a 6,7251 nei confronti del dollaro, dopo che è emersa l’indiscrezione secondo cui gli Stati Uniti avrebbero chiesto alla Cina, come parte dei negoziati, di mantenere la valuta stabile ed evitare così svalutazioni competitive da parte di Pechino.

In Giappone il Nikkei ha terminato con un +0,6 per cento. Andamento analogo per il più ampio indice Topix (+0,4%). I listini sono sostenuti dal deprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che sale a quota 110,8 (ieri era 110,7).

Dall’agenda macro è emerso un deficit della bilancia commerciale giapponese, a gennaio, per 1.415 miliardi di yen, deludendo le attese (1.011 miliardi) e la rilevazione precedente (-57 miliardi). Le esportazioni sono calate dell’8,4%, segnando la discesa peggiore dall’ottobre 2017, al di sotto del consensus (-5,5%) e dell’ultima rilevazione (-3,9%). Le importazioni, invece, sono scese dello 0,6%, battendo le stime (-2,8%) ma risultando inferiori all’ultimo dato (+1,9%).

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, poco dopo le 8:00 ora italiana viaggiano prevalentemente al rialzo.

A livello geopoltico, gli Usa stanno valutando l’apertura di un ufficio di collegamento in Corea del Nord, step che segna un ulteriore progresso verso la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. Il tutto mentre proseguono i negoziati per ridurre le forze nucleari e missilistiche di Pyongyang.

Si ricorda che a fine mese ad Hanoi, in Vietnam, si terrà l’incontro tra Trump e il leader nordcoreano, Kim Jong-Un.

L’indice Msci Asia Pacific sale dello 0,4%, mentre l’oro si attesta a 1.343,46 dollari l’oncia.