Forti vendite questa mattina a Piazza Affari su Prysmian, che scambia in coda al listino principale dopo il nuovo stop per il progetto WesternLink e il downgrade da parte di Mediobanca.
Intorno alle 09:55, infatti, il titolo cede l’8,8% in area 17,2 euro rispetto al -0,4% del Ftse Mib.
La società ha infatti comunicato di aver rilevato, nel corso di una trasmissione di energia regolata da un early user agreement, un nuovo problema nel WesternLink che ha determinato la temporanea interruzione del sistema.
Il team incaricato sta ora lavorando per localizzare il problema e identificarne le motivazioni, per poi determinare i possibili scenari di ripristino e i potenziali impatti economici.
Tornano quindi gli intoppi per il complesso progetto realizzato tra Scozia e Galles da Siemens e Prysmian, che lo scorso ottobre era stato dichiarato pronto ad operare con una potenza iniziale massima di 2250 MW.
Nei primi nove mesi del 2018, infatti, Prysmian aveva accantonato complessivamente 70 milioni, determinando un impatto negativo a livello di gestione operativa, per fare fronte a una serie di problemi rilevati nelle fasi di test in una sezione sottomarina prima, e in una terrestre poi, del cavo.
L’annuncio ha spinto Mediobanca a rivedere al ribasso il giudizio da “Outperform” a “Neutral”, con target price abbassato da 23,7 a 21,3 euro.
Se da un lato gli effetti economici del nuovo stop non sono quantificabili, la banca d’investimento ritiene che il nuovo problema potrà avere un impatto negativo soprattutto in termini reputazionali, ledendo la posizione competitiva nel gruppo nei cavi sottomarini.
Dello stesso avviso anche gli analisti di Banca Akros, che hanno tagliato il prezzo obiettivo da 26,5 a 23 euro.
Le raccomandazioni sul titolo, secondo i dati raccolti da Bloomberg, si suddividono ora in 13 “buy”, 2 “hold” e 1 “sell” con target price medio a 12 mesi a 22,64 euro, che implica un potenziale upside di circa il 31% rispetto alla quotazione attuale.