Il Ftse Italia Banche chiude con un moderato rialzo dello 0,2% e poco al di sotto dell’analogo europeo (+0,7%), sostenendo in parte anche il Ftse Mib (-0,2%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con le delegazioni dei due Paesi che si sono viste la settimana scorsa e stanno proseguendo in negoziati in questa. I segnali sembrano positivi.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il Parlamento britannico che ha respinto per la terza volta l’intesa trovata dal primo ministro Theresa May con l’UE, il cui presidente, Donald Tusk, ha indetto un vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo il prossimo 10 aprile. Il termine per l’uscita (no-deal) a questo punto rimarrebbe il 12 aprile. Se si giungesse a un’intesa, si potrebbe arrivare al 22 maggio, prima delle elezioni europee.
Per quanto riguarda l’Italia, le ultime indiscrezioni di stampa riportano che il Governo nel prossimo Def atteso in consiglio dei Ministri il prossimo 9 aprile potrebbe abbassare le stime di crescita per il 2019 allo 0,3%-0,4% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,3% dal 2,04 per cento. Lo stesso ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato che la crescita è debole.
Sul comparto bancario, anche grazie allo spread Btp-Bund rimasto stabile in area 260 pb (fonte Mts Markets), sono proseguiti gli acquisti dopo quelli della seduta precedente favoriti anche dalle buone indicazioni arrivate da alcuni dati macro.
Acquisti su quasi tutti i titoli del Ftse Mib, inclusa Intesa Sanpaolo (+0,7%), attualmente alle prese con il rinnovo del cda, così come Ubi (+1,6%), che ha collocato con successo un green bond da 500 milioni.
Ritraccia UniCredit (-0,7%), dopo gli ultimi rialzi supportati anche dai rumor secondo cui sarebbe vicina ad un’accordo con le autorità americane per un importo di circa 800 milioni di euro e con la banca tornata tornata al centro di voci su possibili M&A.
Sul Mid Cap resistono Credem (-0,4%) e Popolare Sondrio (invariata). Bene Creval (+0,8%), con alcuni soci che hanno acceso un faro su alcune operazioni passate, e Mps (+0,6%), che continua a lavorare al de-risking.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con le offerte vincolanti per una possibile aggregazione che sono attese entro metà aprile ma con il termine che potrebbe slittare a fine mese o inizio maggio, mentre la Bce ha prorogato l’amministrazione straordinaria fino al 30 settembre 2019. Altra seduta positiva per Banca Finnat (+0,3%), che ha confermato i target al 2020.