Il Ftse Italia Servizi Finanziari chiude con un ribasso dello 0,7% e allineato all’omologo europeo (-0,8%), beneficiando solo parzialmente della tenuta del comparto bancario (+0,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,5%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, le cui attese sono state ridotte ulteriormente dal Fmi (dal +3,5% al +3,3%), aspettando che si avvicini l’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale. Il sentiment nel complesso resta positivo. Intanto, il presidente usa Donald Trump ha minacciato l’imposizione di dazi su prodotti dell’UE.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il primo ministro britannico, Theresa May, in trattativa con il capo dell’opposizione, Jeremy Corbyn, per arrivare a un’intesa che possa avere il via libera dal parlamento inglese, che avevs chiesto di prorogare l’uscita al 30 giugno sperando di arrivare con una nuova proposta entro oggi 10 aprile. Il Consiglio Europeo ha proposto un rinvio flessibile non superiore all’anno.
In merito all’Italia, nella bozza del Def esaminata ieri in consiglio dei Ministri l’esecutivo ha limato le attese di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento. Inoltre, il Fmi ha ridotto le stime di crescita del nostro Paese allo 0,1% dallo 0,6 per cento.
La tenuta del settore creditizio ha impattato in parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali Banca Generali (+0,5%) continua il momento positivo grazie anche al buon dato sulla raccolta netta di marzo e con l’Ad Gian Maria Mossa che in un’intervista ha parlato di possibili opzioni di crescita.
Resiste Azimut (sulla parità), sostenuta dal solido dato sulla raccolta netta di marzo, oltre che dalle parole del presidente Pietro Giuliani, che in un’intervista ha ribadito che il gruppo vuole restare indipendente.
In rosso Exor (-1,6%), mossasi in scia all’andamento negativo delle principali controllate quotate e con la holding che avrà l’Investor Day il prossimo 21 novembre.
Nel Mid Cap tiene botta Banca Ifis (invariata), con l’ormai ex Ad Giovanni Bossi che nei prossimi mesi deciderà se restare azionista, mentre continua il buon momento di doBank (+0,9%), su cui secondo la stampa sono attese a breve novità sulla trasformazione societaria. Ritraccia Cerved (-1,1%), che nei giorni scorsi ha perfezionato l’acquisto di Eurobank Property Solutions.
Sullo Small Cap frena Banca Intermobiliare (-0,6%), con la banca che potrebbe crescere anche per linee esterne e con il 2018 che chiuso con una perdita netta maggiore rispetto ai dati preliminari. Tiene Banca Sistema (+0,1%), che nei giorni scorsi ha concluso l’acquisizione di Atlantide.