Il Ftse Italia Servizi Finanziari chiude con un ribasso dello 0,6% e al di sotto dell’omologo europeo (sulla parità), risentendo della frenata del comparto bancario (-0,6%) e facendo peggio del Ftse Mib (invariato).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, le cui attese sono state ridotte ulteriormente dal Fmi (dal +3,5% al +3,3%), aspettando che si avvicini l’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale. Il sentiment nel complesso resta positivo. Intanto, il presidente usa Donald Trump ha minacciato l’imposizione di dazi su prodotti dell’UE.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il primo ministro britannico, Theresa May, in trattativa con il capo dell’opposizione, Jeremy Corbyn, per arrivare a un’intesa che possa avere il via libera dal parlamento inglese. Il Consiglio Europeo ha proposto un rinvio flessibile non superiore all’anno.
In merito all’Italia, nella bozza del Def esaminata ieri in consiglio dei Ministri l’esecutivo ha limato le attese di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento. Inoltre, il Fmi ha ridotto le stime di crescita del nostro Paese allo 0,1% dallo 0,6 per cento.
Nel frattempo, la Bce ha ha mantenuto invariati i tassi di interesse, rimarcando che l’attuale livello si manterrà almeno fino a fine 2019. Il presidente dell’istituto di Francoforte, Mario Draghi, ha ribadito che l’outlook di crescita della zona euro resta orientato al ribasso.
La frenata del settore creditizio ha impattato in parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali tiene botta Fineco (+0,1%), il cui Ad Alessandro Foti ha sottolineato ancora una volta che il gruppo intende crescere per via organica.
Sottotono Exor (-0,7%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap nuovo stop per Banca Ifis (-0,2%), con l’ormai ex Ad Giovanni Bossi che nei prossimi mesi deciderà se restare azionista, mentre dopo le ultime sedute positive ritraccia doBank (-2,8%), su cui secondo la stampa sono attese a breve novità sulla trasformazione societaria. Ribasso contenuto per Cerved (-0,3%), che nei giorni scorsi ha perfezionato l’acquisto di Eurobank Property Solutions.
Sullo Small Cap in rosso Banca Intermobiliare (-2,2%), con la banca che potrebbe crescere anche per linee esterne e che vedrà l’elezione di nuovo cda e di un nuovo Ad dopo il passo indietro di Matteo Colafrancesco. Brilla Banca Sistema (+2,9%), che nei giorni scorsi ha concluso l’acquisizione di Atlantide. Bene illimity (+0,8%), che qualche giorno fa ha lanciato la propria piattaforma di servicing.