doBank – Forte performance operativa nel 1Q 2019

doBank ha chiuso il primo trimestre 2019 con ricavi, Ebitda e utile netto in significativa crescita. Nello specifico, il giro d’affari è salito a 54,4 milioni in termini lordi (+17,2% a/a), mentre Ebitda e utile netto reported sono saliti rispettivamente a 15,2 milioni (+31,3% su base annua) e a 7,7 milioni (+18,9% rispetto al primo trimestre 2018).

Il primo trimestre 2019 di doBank è stato caratterizzato da ricavi e margini in ulteriore crescita e confermano gli obiettivi del business plan 2018-2020, che prevede il rafforzamento della leadership nel mercato europeo del credit servicing.

In particolare, è prevista una crescita dei ricavi di gruppo tra l’8% e il 9% in media tra il 2017 e il 2020 e un’Ebitda di gruppo in crescita oltre il 15% all’anno in media nello stesso periodo.

In considerazione della rilevanza dell’accordo per l’acquisizione di Altamira Asset Management (comunicata il dicembre 2018), il gruppo prevede di aggiornare gli obiettivi del piano strategico successivamente al completamento dell’acquisizione, atteso entro il primo semestre 2019.

I ricavi consolidati lordi, nel primo trimestre, sono saliti 54,4 milioni (+17,2% rispetto al periodo di confronto). Al netto di commissioni passive per 4,2 milioni (-15,1% a/a), il giro d’affari ha toccato 50,2 milioni (+21% rispetto al primo trimestre 2018).

I ricavi da servicing sono cresciuti a 48,5 milioni (+15,5% su base annua), principalmente per le maggiori performance fee grazie ai maggiori incassi registrati, e per l’aumento di indennizzi da cessioni di portafogli da parte dei clienti mandatari.

Il giro d’affari generato da co-investimento, da prodotti ancillari e attività minori ha raggiunto 5,9 milioni (+32,9% rispetto ai primi tre mesi del 2018), per effetto del rimborso dei costi legati alla gestione del contratto con le quattro banche sistemiche greche pari (1,2 milioni), e dei ricavi da Judicial Management, Data Remediation, Business Information e Master Servicing.

I costi operativi sono aumentati a 35 milioni (+17,1% a/a), al cui interno sono inclusi costi non ricorrenti per 0,9 milioni legati al progetto di riorganizzazione che prevede, tra l’altro, che la società prenda la forma di una società di servicing, oltre a parte dei costi connessi all’acquisizione di Altamira.

Le spese del personale hanno raggiunto 25,9 milioni (+15,1% su base annua), a causa di un più alto numero di risorse, dedicate allo sviluppo delle attività in Grecia e allo sviluppo del servicing di Utp in Italia. Gli altri costi sono saliti a 9,1 milioni (+23% rispetto al primo trimestre 2018), per effetto delle maggiori spese IT e allo slittamento al 2019 di alcuni progetti.

Tali dinamiche hanno portato a un’Ebitda di 15,2 milioni (+31,3% rispetto al periodo di confronto). Escludendo dal computo gli oneri non ricorrenti, l’Ebitda si sarebbe attestato a 16,1 milioni.

Dopo avere contabilizzato alcune rettifiche, l’Ebit si è fissato a 13,3 milioni (+27,1% su base annua).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 7,7 milioni (+18,9% a/a). Escludendo dal computo gli oneri non ricorrenti, l’utile netto sarebbe stato pari a 8,3 milioni.

Gli asset under management, a fine marzo, salgono a 83,2 miliardi (82,2 miliardi al 31 dicembre 2018), grazie a nuovi contratti di servicing per 2,3 miliardi e 0,4 miliardi da clienti esistenti.

La posizione finanziaria netta, al 31 marzo 2019, è positiva per 62,1 milioni (liquidità netta di 67,9 milioni a fine 2018).

Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine marzo il Cet1 si attesta al 28,4% (26,1% al 31 dicembre 2018).