Digital Value si pone sempre più come “system integrator di riferimento per Enti ed Aziende che siano alla ricerca di un partner solido, affidabile ed in grado di portare innovazione in tutte le fasi del processo di trasformazione digitale”. Un percorso di crescita e posizionamento che il gruppo, leader nazionale nelle soluzioni IT per il segmento Large Account e Pubblica Amministrazione, intende proseguire anche grazie a continui investimenti “nello sviluppo di partnership e competenze differenzianti”, come illustra Massimo Bruni, Solution Unit Director Intelligent Networks.
Digital Value può fare leva su competenze forti e distintive sul mondo dei server, storage, virtualizzazione, networking, security, sviluppo applicativo e sta lavorando per rafforzare ulteriormente la riconoscibilità del brand rispetto all’innovazione, all’affidabilità e capacità di realizzare soluzioni complesse ed efficaci.
In particolare, per quanto riguarda l’ambito networking, “ci stiamo focalizzando nell’ampliamento del nostro set di certificazioni legate ai vendor leader di mercato che fanno parte del nostro ecosistema tecnologico, ma anche nello sviluppo di skill trasversali quali ad esempio competenze in ambito NetOps, SecOps e DevOps, fondamentali per essere in grado di progettare e implementare infrastrutture software-defined ed orientate al cloud”, afferma Massimo Bruni.
Lo scorso anno è stato molto positivo per il gruppo, nato a settembre 2018 dall’aggregazione fra Italware ed ITD Solutions. Il giro d’affari complessivo è cresciuto di oltre il 15% a 298 milioni, mentre “il business specifico del networking ha sfiorato il 70% di incremento, a riprova della bontà delle scelte strategiche adottate”. Positivi anche i dati sul primo trimestre 2019, con ricavi in crescita di oltre il 10% a 72 milioni e l’acquisizione di diversi ordini strategici pluriennali.
Un percorso virtuoso che dovrebbe ulteriormente consolidarsi nel 2019 e nel 2020, grazie alla spinta dei cosiddetti “digital enabler” (Cloud, IoT, Big Data e AI, Mobile Business, etc). “Nel prossimo biennio il mercato sarà caratterizzato da un’accelerazione del processo di trasformazione delle infrastrutture che saranno sempre più convergenti (rete ed IT saranno sempre più integrati) e software-defined, cioè dotate di ‘intelligenza’ che le renda elastiche ed automatizzabili”, sottolinea Massimo Bruni.
“Questo rappresenta una grande opportunità per chi, come Digital Value, è strutturato con un modello operativo basato su centri di competenza verticali che possono essere aggregati ‘orizzontalmente’ per affrontare progetti end-to-end, mettendo a disposizione competenze specialistiche che spaziano dalla rete all’applicazione passando per il data center ed il cloud”, aggiunge il Direttore.
Per il biennio 2019-2020 Digital Value “ha ambiziosi obiettivi di sviluppo quantitativo e qualitativo, soprattutto nell’ambito delle attività a valore. Certamente uno dei principali driver sarà rappresentato proprio dalla crescita del business delle infrastrutture di rete convergenti”.
Infine, uno sguardo al mercato di riferimento, caratterizzato da una forte frammentazione e da elevate possibilità di aggregazione.
“Vi è un numero relativamente ridotto di grandi system integrator nazionali (o internazionali) con i quali la nostra azienda è chiamata a confrontarsi quotidianamente”, spiega Bruni. “In questo caso non esiste un’unica strategia vincente: ogni opportunità deve essere approcciata in modo differente, ma spesso il mix più efficace è quello che unisce relazione con il Cliente, collaborazione con i partner tecnologici e competenza progettuale e tecnologica”.
“Vi sono poi una miriade di attori locali o regionali, anche caratterizzati da buone competenze e capacità, che tuttavia non sono riusciti ad acquisire una rilevanza significativa e rischiano nel prossimo futuro di non riuscire a dotarsi di quell’approccio ‘end-to-end’ da cui non si può ormai più prescindere. Questi per noi non sono concorrenti, ma eventualmente potenziali target di acquisizione”.