Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso in rialzo dello 0,2%, allineandosi al corrispondente indice europeo, l’Euro Stoxx 600 Utilities (+0,2%), ma sottoperformando il Ftse Mib (+0,6%).
Le borse europee archiviano la seduta contrastate mentre Wall Street non si discosta sensibilmente dalla parità. Riflettori puntati sulla Fed, che ha annunciato una riduzione di 25 punti base dei tassi di interesse.
Nel fitto calendario macro, spiccano il Pil dell’eurozona del secondo trimestre (+0,2% t/t, +1,1% a/a) e l’inflazione della zona euro (+1,1%, in linea con le attese). Crescita zero per l’Italia nel secondo trimestre, anche se gli analisti si attendevano una flessione dello 0,1 per cento.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund si attesta a 199 punti base con il rendimento del decennale italiano in calo all’1,55 per cento.
Si riprende il comparto utility ed energie rinnovabili, a partire dalle società a maggiore capitalizzazione, con Hera che guadagna lo 0,6%, in scia alla partnership commerciale con Ascopiave che, attraverso la joint venture EstEnergy, darà vita a una primaria realtà nel settore energy nel Nord-Est, con oltre un milione di clienti.
Segue Enel (+0,5%) che ha sottoscritto il 57% dell’aumento di capitale di Enel Américas per un controvalore complessivo di circa 1,72 miliardi di dollari.
Arretra Italgas che cede l’1 per cento.
Tra le Mid, acquisti su Iren (+2,2%) dopo i risultati consolidati 1H 2019.
In rialzo Acea (+0,7%) che ha approvato in conti del periodo gennaio-giugno dell’anno in corso.
Tra i titoli a minore capitalizzazione. ha fatto meglio TerniEnergia, che ha chiuso in rialzo di mezzo punto percentuale.
Gli azionisti di Seri Industrial (-0,3%) hanno deliberato di approvare il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018 e preso visione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2018.