Marzocchi Pompe (Aim) – Tengono le vendite nei core business nel 1H 2019

Marzocchi Pompe ha chiuso i primi sei mesi del 2019 con ricavi in leggero calo a 21,1 milioni scontando il rallentamento del settore Automotive, mentre si sono mantenuti solidi i core business Fisso e Mobile. L’andamento dei ricavi ha influito parzialmente anche sulla gestione operativa, dove l’Ebitda è sceso a 3,9 milioni scontando anche i maggiori costi del personale. Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo a 853 mila euro, appesantito da maggiori ammortamenti, dalla peggiore gestione finanziaria e da minori proventi non ricorrenti. Infine, l’indebitamento sale leggermente a 20,2 milioni.

Nel primo semestre 2019 i ricavi consolidati di Marzocchi Pompe, al netto delle componenti non ricorrenti, sono diminuiti del 5,4% a 21,1 milioni rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.

Sul risultato pesa infatti la contrazione dei ricavi del settore Automotive (-15%), dovuta al minor numero di vetture prodotte, e del Sales Network (-18%), non pienamente compensata dal miglioramento dei core business Industriale (+12%) e Mobile (+18%).

A livello geografico, invece, rimangono sostanzialmente stabili le esportazioni nei core business, mentre il mercato domestico ha mostrato una crescita del 10 per cento.

In particolare, le vendite in Italia sono cresciute dell’11% mentre quelle in Europa sono scese del 3% e quelle nel Resto del Mondo del 17 per cento.

Nella gestione operativa l’Ebitda è diminuito del 16,3% a 3,9 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 18,5% (-250 basis point), scontando anche l’incremento dei costi del personale per l’ampliamento dell’organico.

Quest’ultimo fattore ha impattato anche sulla marginalità, che non è stata invece toccata dalla riduzione dei volumi dell’Automotive grazie alla tipologia dei contratti.

L’Ebit ha invece mostrato una diminuzione del 53,7% a 1,3 milioni, con un margine sceso dal 12,8 al 6,2 per cento a causa del deciso incremento degli ammortamenti derivante dalla rivalutazione a seguito dell’operazione straordinaria di LBO.

Il semestre si è chiuso con un utile netto di 853 mila euro, in calo del 68,7% rispetto al 1H 2018 che aveva anche beneficiare di maggiori proventi non ricorrenti (318 mila vs 66 mila).

Inoltre, sulla bottom line ha pesato anche il peggioramento della gestione finanziaria netta, mentre il tax rate si è leggermente ridotto dall’8,6 al 6,9 per cento.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 20,25 milioni rispetto ai 19,2 milioni rilevati a fine 2018, per effetto dell’aumento del capitale circolante netto e delle rimanenze dovuto al rallentamento dell’Automotive.Per il resto dell’anno il management ritiene di poter raggiungere i target prefissati, a conferma di una strategia che punta al medio termine, anche grazie a un miglioramento dell’efficienza dei reparti produttivi.

Inoltre, i risultati beneficeranno degli investimenti sostenuti in ricerca e sviluppo e nel potenziamento della capacità produttiva, tra i qualisi segnala l’entrata in funzione del nuovo impianto per l’aumento della capacità di ELIKA, con benefici attesi già da quest’anno.

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