Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,2% e allineato all’omologo europeo (-1,2%), frenando anche il Ftse Mib (-1,1%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze sono pronte a proseguire i negoziati in questa settimana. A questo si aggiunge l’incognita Brexit.
Sul fronte italiano, il nuovo Governo appoggiato da 5 Stelle e PD e guidato da Giuseppe Conte ha aggiornato i target della manovra, che prevede un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo.
In questo contesto, nonostante lo spread Btp-Bund mantenutosi in area 140-145 pb, sul comparto bancario sono tornate subito le vendite dopo il tentativo di recupero di lunedì.
Nel Ftse Mib resistono Ubi (+0,5%) e Banco Bpm (+0,6%), con entrambe le banche che secondo indiscrezioni potrebbero rinviare a inizio 2020 la presentazione dei rispettivi piani industriali.
Vendite su Mediobanca (-0,6%), con la Consob che secondo rumor avrebbe acceso un faro sul recente ingresso di Leonardo Del Vecchio nel capitale, e su UniCredit (-1,2%), che secondo indiscrezioni prosegue con il de-risking.
Sul Mid Cap nuovo stop per Mps (-2%), con il mercato che resta in attesa di capire come lo Stato intende uscire dal capitale, per cui potrebbe essere propedeutica un’accelerazione nel de-risking.
Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.
Tenta una piccola rimonta Banca Finnat (+0,7%), dopo il ribasso della seduta precedente che potrebbe essere ricollegato al caso Bio On su cui la Consob avrebbe avviato dei controlli per chiarire se c’è stato market abuse secondo indiscrezioni.