Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un rialzo dello 0,8% e al di sotto dell’omologo europeo (+2%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,3%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima, che potrebbe essere parzialmente ratificato nelle prossime settimane.
Intanto, è stata raggiunta un’intesa tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit, che deve però essere ratificata dal Parlamento britannico.
Nel frattempo la Bce, nell’ultima riunione presieduta da Mario Draghi, ha confermato la politica monetaria ultra accomodante.
Sul fronte italiano, il Governo ha ultimato i dettagli del documento sulla manovra 2020, inviato alla Commissione UE, la quale ha chiesto chiarimenti in proposito, precisando che la traiettoria di riduzione del debito potrebbe andare contro le regole europee, rilievi al quale l’esecutivo ha risposto che non c’è uno scostamento significativo.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund che ha oscillato in area 130-135 pb, sul comparto bancario hanno prevalso gli acquisti.
Sul Ftse Mib bene Bper (+3,1%), il cui Ceo Alessandro Vandelli ha detto di non avere parlato con Unipol del tema M&A dopo alcuni rumor circolati.
In luce Mediobanca (+2,1%), dopo la buona trimestrale riportata e il cui Ad Alberto Nagel si è detto pronto ad ascoltare le proposte del neo socio Leonardo Del Vecchio, in attesa dell’assemblea di oggi.
In luce Intesa Sanpaolo (+1,7%) e, più arretrata, UniCredit (+0,3%), con quest’ultima che prosegue con il de-risking e su cui sono tornate le voci sulla possibile creazione di una sub-holding estera.
Sul Mid Cap rallenta Mps (-1,8%), con il de-risking che potrebbe slittare al 2020 secondo gli ultimi rumor e con la banca che procede con l’iter per la cessione degli immobili.
Sottotono Sondrio (-0,7%), concentrata sul de-risking che la Bce non ha dato il via libera all’acquisto di Caricento.
Tra le Small Cap focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.