Mercati – Trump allontana accordo con la Cina, Milano resiste (+0,1%) con le utilities

Chiusura perlopiù debole per le borse europee, in linea con l’andamento di Wall Street, dopo le affermazioni di Trump che gettano nuovi dubbi sull’eventualità che Stati Uniti e Cina possano raggiungere un accordo commerciale in tempi brevi.

A piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni sostanzialmente invariato (+0,1%) a 23.534 punti, così come il Cac 40 di Parigi (flat), mentre arretrano il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%).

Poco mossi oltreoceano il Dow Jones (-0,2%), lo S&P 500 (flat) e il Nasdaq (+0,2%), dopo i record della seduta precedente innescati dall’annuncio, da parte di Pechino, di un’intesa di massima fra le due superpotenze per rimuovere gradualmente i dazi reciproci. Ipotesi smentita dal presidente americano Donald Trump, che invece ha sottolineato come sia la controparte asiatica a volere una riduzione parziale delle tariffe.

Affermazioni che rallentano gli acquisti sull’azionario, mentre sul Forex il dollaro continua a macinare terreno nei confronti delle principali valute, portando il cambio con l’euro a 1,102 e mantenendo quello con lo yen sopra quota 109.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, a ottobre le esportazioni cinesi sono calate meno delle attese (-0,9% su base annua rispetto al -3,9% previsto dagli analisti) e le importazioni sono scese per il sesto mese consecutivo (-6,4% rispetto al -7,8% delle stime).

Tra le materie prime arretrano le quotazioni del greggio con Wti e Brent rispettivamente a 56,6 (-0,9%) e 61,7 (-0,9%) dollari al barile, indebolite dall’incertezza sulla guerra commerciale e dall’ipotesi che l’Opec non estenda i tagli alla produzione. L’oro si attesta a 1.466 dollari l’oncia, penalizzato in parte dal biglietto verde forte.

Nel comparto obbligazionario, il rendimento del T-Bond arresta la sua ascesa all’1,91%, mentre quello del Bund torna a -27 centesimi. Il tasso sul Btp decennale si riporta a 1,185% dopo aver sfondato l’1,2% e amplia lo spread con il Bund a 145 punti base (fonte Bloomberg).

Intanto il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, ha appoggiato la proposta del collega tedesco Olaf Scholz sul fronte dell’unione bancaria e ha definito eccessiva l’esposizione ai titoli di Stato nazionali delle banche italiane e spagnole.

Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano le utilities dopo i cali di ieri innescati dalla brusca risalita dei rendimenti obbligazionari, con Hera (+1,75%), Terna (+1,7%), A2A (+1,7%) ed Enel (+1,7%) fra le migliori del Ftse Mib. Bene anche Telecom Italia (+1,2%) dopo i risultati e le partnership annunciate con Santander e Google Cloud. Sottotono le banche, con Ubi (-4,8%) in coda al Ftse Mib.