Banche (+0,7%) – Sugli scudi Ubi (+3,6%) e Banco Bpm (+2,7%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dello 0,7% e in linea all’analogo europeo (+0,4%), consentendo al Ftse Mib (-0,3%) di contenere il calo.

Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima, la cui ratifica potrebbe però slittare al 2020.

Sul fronte italiano, il Governo ha inviato la manovra 2020 alle Camere, dove è iniziato l’iter per l’approvazione e con l’UE che per ora non la boccerà.

In questo contesto, con lo spread Btp-Bund sceso in area 150 pb, il comparto bancario ha portato a termine una giornata positiva.

Sul Ftse Mib spiccano Ubi (+3,6%), che ha incassato la conferma dei rating da parte di due agenzie e il cui Ceo Victor Massiah ha detto in un’intervista che un’eventuale fusione deve essere ben ponderata, e Banco Bpm (+2,7%), adesso concentrata sugli Utp. Entrambe le banche presenteranno il nuovo piano industriale nel primo trimestre 2020.

Rallenta Bper (-0,6%), che vuole farsi trovare pronta al consolidamento atteso nel 2020 e con l’azionista Unipol che è pronta a supportare un’eventuale operazione.

Sul Mid Cap risale Mps (+1,1%), con il mercato che resta in attesa di novità sui dettagli dell’uscita del Mef dal capitale e sul de-risking.

Tornano gli acquisti su Creval (+1,1%), al centro di rumor di stampa in ottica M&A e con la banca che ha collocato un bond, e su Popolare Sondrio (+2%), dopo i realizzi seguiti al rally post conti e con Scope che ha attribuito il rating.

Tra le Small Cap focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno. Il tutto in attesa della prossima fase.