Il livello di patrimonializzazione delle banche dell’Unione Europea si è mantenuto stabile a fine giugno, a fronte di una riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati.
È quanto mette in luce il report annuale dell’EBA sui rischi e le vulnerabilità del settore bancario europeo che accompagna la pubblicazione dell’esercizio di trasparenza del 2019 che ha riguardato 131 banche dell’UE (per i dettagli accedere al link).
Le italiane coinvolte sono Bper, Mps, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Cassa Centrale Banca, Credem, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UniCredit e Ubi.
Secondo l’authority, l’indagine conferma i progressi fatti dagli istituti europei nel rafforzare i propri bilanci ma, contestualmente, ha evidenziato le “cupe” prospettive del settore sul fronte della redditività.
Dall’analisi è venuto fuori che a fine giugno il Cet1 fully loaded delle banche considerate, al 30 giugno 2019, è in media pari al 14,4%, sostanzialmente sugli stessi livelli dell’anno precedente (14,3%).
Il peso dei crediti problematici sul totale crediti, l’Npl ratio, è calato in media al 3% dal 3,6% dell’anno precedente, mentre il ROE è sceso al 7% dal 7,2%, ancora al di sotto del costo medio del capitale, ha spiegato l’EBA.
“Non c’è quasi nessun chiaro catalizzatore per un miglioramento della redditività delle banche in prospettiva. La bassa redditività limita la capacità delle banche di generare capitale in modo organico, di finanziare la crescita degli impieghi e di pagare i dividendi”, sottolinea l’authority.
Le previsioni sono viste al ribasso dato che “il deterioramento macroeconomico, i bassi tassi di interesse e l’intensa concorrenza non solo delle banche ma anche delle società FinTech”, aggiunge l’EBA.