Utility (+0,3%) – Slancio di TerniEnergia (+8,1%)

Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha guadagnato lo 0,3%, sovraperformando il corrispondente indice europeo di confronto (-0,4%).

Chiusura tonica per le borse europee, con il Ftse Mib in rialzo dell’1%, mentre Wall Street avanza dopo l’annuncio da parte di Donald Trump che Stati Uniti e Cina sono molto vicini ad un grande accordo, che potrebbe arrivare prima del 15 dicembre, termine fissato per l’entrata in vigore dei nuovi dazi contro Pechino.

In Europa si è concluso il primo meeting della Bce presieduto da Christine Lagarde. Come da previsioni l’istituto di Francoforte ha lasciato invariati i tassi, confermando il quantitative easing da 20 miliardi al mese. La Lagarde ha confermano il protrarsi della debolezza delle dinamiche di crescita nell’area dell’euro ma con segnali di stabilizzazione e rischi al ribasso sono meno pronunciati rispetto a qualche mese fa.

Focus anche sulle elezioni in corso nel Regno Unito, che in caso di netta vittoria del premier Boris Johnson aumenterebbero le probabilità di approvazione della Brexit entro il 31 gennaio.

Vendite sui titoli di Stato, i cui rendimenti si muovono al rialzo. Lo spread Btp-Bund scende a 150 punti base, con il tasso sul decennale italiano all’1,23 per cento.

Tornando al settore Utility e Rinnovabili, tra le Big, positive Enel (+0,6%) e Snam (+0,5%).

La società guidata da Marco Alverà e gli altri azionisti del consorzio TAP, dopo i test di mercato per valutarne la sostenibilità commerciale del raddoppio della capacità a 20 miliardi di mc/anno, sarebbero pronti a dare il via alla raccolta delle offerte vincolanti per i cosiddetti pacchetti di capacità entro il primo semestre 2020.

Hera (-0,4%) è stata riconosciuta dalla Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE) fra le aziende italiane più capaci di promuovere l’uso razionale dell’energia, ricevendo il premio FIRE – Energy Manager 2019.

Tra le Mid, in coda Falck Renewables (-1,8%).

Tra le Small, si distingue TerniEnergia (+8,1%), portando così al 42,5% il guadagno da inizio anno.

A novembre 2019 la domanda di elettricità in Italia è stata di 25,8 miliardi di kWh, in calo dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2018. La produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è diminuita del 4% rispetto a novembre 2018.

Slitta da luglio 2020 al 1° gennaio 2022 la fine del mercato tutelato per l’energia elettrica e gas.