Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina l’ottava con un ribasso dell’1,4% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (+0,1%), non beneficiando degli acquisti sul comparto bancario (+0,8%) e muovendosi in controtendenza rispetto al Ftse Mib (+0,6%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con il presidente americano Donald Trump che però ha twittato di avere raggiunto una prima parte di accordo con i cinesi.
Nel frattempo, la BCE, nella prima riunione presieduta da Christine Lagarde, ha confermato una politica monetaria accomodante.
Sul fronte italiano, si resta in attesa dell’approvazione definitiva della manovra 2020 da parte del Parlamento entro fine anno.
La settimana positiva del settore creditizio non ha impattato sui titoli dell’asset management, su cui sono prevalsi i realizzi.
Sul listino principale rally di Nexi (+7,1%), su cui sono tornati le indiscrezioni su una possibile fusione con Sia. Mercury, azionista di riferimento di Nexi, ha confermato che i contatti per una possibile operazione ci sono stati solo a uno stadio preliminare.
Rallenta Exor (-0,6%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap brilla Banca Ifis (+2,1%), che presenterà il nuovo piano industriale il 14 gennaio 2020. Frena Cerved (-2,3%), al lavoro per valorizzare il credit management e su altre possibile opzioni strategiche, mentre risale doValue (+3,8%), secondo rumor interessata alla piattaforma di gestione di Eurobank.
Tra le Small Cap resiste Banca Intermobiliare (+0,4%), con il cda che ha ricevuto dai soci la delega ad aumentare il capitale fino a un massimo di 100 milioni, il quale ha ricevuto anche il via libera di Bankitalia. Nel frattempo è stato raggiunto un accordo con i sindacati.
Sugli scudi Banca Sistema (+2,9%), che sarà accompagnata dalle fondazioni nello sviluppo del credito su pegno.