Mediaset – Il Cda replica alla lettera di Vivendi

Il Cda, esaminando la lettera di Vivendi dello scorso 20 dicembre, ha precisato che l’investimento da circa 3 anni in Mediaset da parte del socio francese, pari ad oltre 1,2 miliardi, è stato effettuato in violazione delle disposizioni del Tusmar (Testo Unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), accertata dall’Agcom, e del contratto stipulato con Mediaset l’8 aprile 2016 relativo alla cessione di Mediaset Premium.

Il consiglio ha ribadito che il progetto Mfe, relativo alla fusione di Mediaset e di Mediaset España nella holding olandese MediaforEurope, finalizzata alla creazione di un gruppo pan-europeo nel settore dell’entertainment e dei media, è essenziale per il futuro del gruppo televisivo, oltre che per tutti i suoi azionisti e stakeholder.

La mancata realizzazione del progetto comporterebbe gravi danni, tra cui la perdita di importanti sinergie riconosciute da gran parte degli analisti (tutti ignorati da Vivendi), nonché l’impossibilità di agire come polo aggregante nel processo in atto di consolidamento del settore.

Inoltre il Cda considera infondate “le ragioni per cui Vivendi ritiene che l’attuale proposta di statuto di Mfe non persegua alcun legittimo interesse sociale e renda abusiva e dannosa per Mediaset l’intera operazione di fusione”, così come “le critiche di Vivendi alla proposta di delibera (che sarà sottoposta all’assemblea il prossimo 10 gennaio) e alla procedura che le società del gruppo Mediaset hanno dichiarato di voler seguire per approvare la fusione”.

Mediaset ha anche preso atto delle posizioni espresse dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Ue, ricordando tuttavia che le stesse non vincolano le decisioni della Corte e che, in attesa della relativa sentenza, nulla cambia in merito all’illiceità dell’acquisto da parte di Vivendi del 29,94% del capitale sociale di Mediaset.

Infine il Cda ha osservato che la suddetta lettera integra una nuova iniziativa di Vivendi
volta ad impedire la fusione transfrontaliera, in quanto si tratta di un progetto del tutto analogo a quello che Vivendi, concorrente di Mediaset, a più riprese ha pubblicamente dichiarato di voler realizzare direttamente e da sola.