Obbligazioni – Btp alla riscossa

La riscossa impetuosa del Btp ha più di un nome e cognome. Solo per citarne alcuni: Stefano Bonaccini, che si riconferma alla guida dell’Emilia Romagna, Matteo Salvini, che raccoglie un bottino magro, Luigi Di Maio, che grazie alla mossa anticipata evita la gogna mediatica, Jole Santelli, che conquista la guida rosa della Calabria grazie a un trittico di pari dimensioni Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

La sintesi è la sublimazione nel nulla di un’ipotesi ventilata e temuta di caduta del Governo con un Movimento 5 Stelle, colpito e definitivamente affondato, di fatto costretto ad allinearsi disciplinatamente alle future direttive del vincitore pena il suicidio politico e una Lega condannata ad abbaiare senza mordere, ma soprattutto ridimensionata nel tentativo di rivendicare la leadership nell’opposizione.

I mercati rimarcano il quadro postelettorale con uno spread sceso a 140 punti base sul lungo grazie al decennale che rivede avvicinarsi il traguardo del rendimento in decimali con uno sprint di quasi venti centesimi di ribasso rispetto allo scorso venerdì, ma con tutta la curva a flettere con decisione.

Tutto questo avviene in un contesto di forte recupero delle quotazioni (quindi, ribasso dei rendimenti) dei benchmark principali attivato, purtroppo, dal diffondersi dell’epidemia virale che si rivela il fattore imprevisto che poteva turbare una situazione nei mercati finanziari, viceversa, fortemente positiva.

Nel dubbio sul comprendere l’efficacia sanitaria della pronta e solidale risposta alla malattia, ma mettendo in conto da subito il danno materiale creato dalla paralisi che ne deriva già oggi, le Piazze azionarie stornano e s’inverte quella inclinazione al rischio che aveva caratterizzato tutta la prima metà di gennaio.

T-bond a 1,65% e Bund a -0,35% sono segnali iconici, ma tali restano pure il dollaro a 1,1020, il franco svizzero a 1,07, piuttosto che l’oro ormai vicino a 1580 dollari o il petrolio sceso viceversa in prossimità di 50. E in questo novero, bisogna infine aggiungere lo spread sui corporate high-yield che vira con decisione al rialzo a 314 e 358 per euro e dollari, rialzo che con tutta probabilità è destinato a non interrompersi, ma soprattutto potrebbe estendersi al segmento dei mercati emergenti.