Obbligazioni – Tassi in picchiata

Come si espande l’epidemia del coronavirus, così la discesa dei tassi dei benchmark accelera.

Il timore degli effetti concreti che la diffusione virus di fatto già esercita sulle proiezioni di una crescita che poco più di una settimana fa il Fondo Monetario rammentava come asfittica contagia le Borse con gli indici che diffusamente accusano un’imbardata da cui solo stamane Europa e i future di Wall Street sembrano voler tentare una timida reazione.

Passano evidentemente in secondo piano dati macroeconomici piuttosto che utili societari che al momento corroborerebbero l’atteggiamento positivo evidenziato a inizio anno, perché l’incertezza dell’ignoto ha un fortissimo potere nell’inculcare un senso di sconcerto diffuso.

Di tutto questo si avvantaggiano quegli asset che per natura o convinzione condivisa rappresentano un “porto sicuro” dove trovare riparo in queste situazioni. Precipita all’1,58% il rendimento del T-bond in maniera assai più veloce dei Treasuries più brevi, oltre che per l’effetto di hedging (copertura) anche in veste più speculativa, livellando la pendenza della curva americana di quattro centesimi.

Lo stesso si ripete in Europa con un Bund che si muove rapidamente verso l’area -0,40% seguito a stretta distanza dalle scadenze intermedie (5 anni), ma senza riuscire a smuovere il tratto a breve che sembra trovare nella soglia dei meno 60 centesimi circa una sorta di resistenza impenetrabile.

Tonico ancora il Btp, che di strada potenzialmente da percorrere ne ha ancora davanti molta, con lo spread che si ferma sul tratto lungo a 140 bp, ma che riesce invece a limare molto sulla scadenza biennale dove sfonda la barriera del -0.15%.

Dollaro e, soprattutto, Franco svizzero decisamente robusti, così come l’oro stabile a 1580 dollari/oncia mentre prosegue la temuta correzione degli spread dei corporate high-yield che accusano un sensibile rialzo (10 bp) per le emissioni in dollari, le più diffuse, riportandosi in prossimità di 370, ancora viceversa assai contenuto nel caso dei titoli in euro che si limitano ad allargarsi di un solo paio di centesimi.