Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso del 2,9% e al di sotto dell’omologo europeo (-1%), risentendo della frenata del comparto bancario (-1,9%) e facendo peggio del Ftse Mib (-1,6%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato ieri la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina.
Sul fronte italiano, l’esito delle elezioni in Emilia-Romagna ha segnato la vittoria del PD, che rafforza la tenuta del Governo appoggiato dallo stesso PD e dal M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale.
Il rallentamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management.
Sul listino principale ritraccia Nexi (-2,2%), reduce da nuovi massimi e sempre al centro di rumor su possibili operazioni straordinarie. Male Exor (-4%), mossasi in scia all’andamento negativo delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap stop per Banca Ifis (-2,8%), che ha da poco presentato il nuovo piano industriale al 2022. Frenano Cerved (-0,3%), al lavoro per valorizzare il credit management, e doValue (-0,2%), che ha registrato dei cambiamenti nell’assetto azionario.
Tra le Small Cap lettera su Banca Intermobiliare (-2,2%), alle prese con l’implementazione del nuovo piano strategico.