Banche – Gli istituti Usa fermano i buy-back per avere più liquidità in casa

Le otto principali banche americane hanno deciso in modo concertato di sospendere i piani di buy-back azionario fino a giugno per avere più risorse finanziarie da immettere sul mercato per fronteggiare la crisi innescata dal Covid-19.

Secondo le stime, la decisione dovrebbe valere poco meno di 40 miliardi di dollari. Denaro che le banche si propongono di immettere sul mercato tramite prestiti alla propria clientela.

Tra le banche che hanno partecipato alla decisione vi sono colossi del calibro di JP Morgan, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Wells Fargo, Bank of New York Mellon e State Street.

La decisione non riguarda, invece, il pagamento dei dividendi che avverrà regolarmente.

Le banche Usa vogliono quindi mettere fieno in cascina in vista di un sostegno necessario all’economia che servirà quando la crisi sanitaria, che negli Usa è agli esordi, comporterà anche una frenata dell’economia. Risorse che, oltre a spingere la ripresa quando sarà il momento, servono a rendere più solide le banche in previsione di un aumento delle sofferenze dovuto alle difficoltà cui andranno incontro i debitori.

A sostegno delle banche è intervenuta anche la Fed con diverse misure, tra cui il taglio del tasso di sconto di 125 punti base allo 0,25%. L’istituto centrale ha invitato gli istituti di credito a fare ricorso ai finanziamenti di liquidità tramite la discount window, che permette il ricorso a prestiti da parte della banca centrale senza garanzia.