Mercati USA – Prosegue il “sell-off”, crolla il petrolio (-24%)

Non si attenua la pressione sulle vendite con tutti gli indici principali che trascorrono la giornata in pesante territorio negativo con un leggero recupero nel finale, in scia ai primi provvedimenti varati dalla Casa Bianca a sostegno dell’economia.

Le azioni intraprese finora dalle Banche Centrali non sono state sufficienti per restaurare la fiducia negli investitori che continuano a vendere indiscriminatamente qualsiasi assets class nel tentativo di ridurre le posizioni più a leva e di rientrare nei margini di negoziazione.

Il Dow Jones lascia sul terreno il 6,3% scendendo al di sotto dei 20.000 punti per la prima volta dal febbraio 2017, dopo una puntata anche al di sotto dei 19.000. Boeing perde un altro 20% a quota 102 dollari dopo un tonfo fino a $89 (-30%).

Lo S&P500 cede il 5,2% inabissandosi del 30% rispetto ai massimi storici stabiliti in serie lo scorso mese e rimbalzando sul minimo del dicembre 2018 a quota 2.350.

Il Nasdaq perde il 4,7%, risultando invece il migliore listino grazie alla performance non così negativa del settore tecnologico (-3,7%) e delle comunicazioni (-2,8%).

In crollo verticale, invece, il comparto energia (-14,3%), i finanziari (-8,7%) e gli industriali (-7,2%).

Russell 2000 in calo dell’8,2% per un soffio sopra quota mille e ai minimi dal maggio 2013.

VIX in rialzo di un punto percentuale a quota 76,5 punti.

I beni rifugio come le obbligazioni ed i metalli preziosi sono stati anch’essi venduti a piene mani.

Nello specifico il rendimento della scadenza biennale ha guadagnato sette punti base allo 0,52%, mentre il Tbond si è apprezzato di ventisette bp al 1,27%.

Tra i metalli preziosi, oro in calo di due punti percentuali ed argento di quattro con il rapporto tra i due metalli che supera i 120 punti, nuovo massimo storico.

Dollaro in rialzo per la settima seduta consecutiva con un balzo su molte divise che non si vedeva dalla seduta post Brexit. Nei confronti della moneta unica il biglietto verde si apprezza fino a 1,083 per chiudere poi a 1,09. La divisa americana mette in difficoltà diverse altre monete dalla sterlina britannica fino al peso messicano ed alla rupia indiana.

Infine la mattanza sul petrolio che scivola fino a 20,4 dollari al barile (-24,4%), nuovo minimo dal 2013 e tenta un rimbalzo in after hours fino a quasi i 24$ (+18%).

Futures USA in discesa del -2% alle 8.00 con mercati asiatici ancora in calo.