Il collegio sindacale di Generali invita alla prudenza il cda della compagnia in merito alla decisione sul dividendo.
Lo si apprende dalla stampa. In una relazione redatta lo scorso 3 aprile in vista dell’assemblea del prossimo 30 aprile i sindaci sottolineano “l’importanza che il cda di Generali, che si riunirà prossimamente al fin di valutare le indicazioni provenienti dai regolatori, assuma le proprie determinazioni secondo un approccio di ragionata prudenza corrente con l’attuale situazione di incertezza”.
Generali non ha ancora comunicato un cambiamento nella propria politica dei dividendi, dopo le raccomandazioni dell’EIOPA (e dell’IVASS) di rinviare temporaneamente la distribuzione dei dividendi, nonché il pagamento dei bonus per garantire la continuità nei servizi durante la pandemia di coronavirus.
L’authority ha sottolineato l’importanza di garantire che le compagnie assicurative e riassicurative abbiano “livelli robusti” di riserve.
In ogni caso, l’EIOPA ha lasciato la possibilità alle compagnie, che si ritengono legalmente vincolate a pagare dividendi o ingenti somme di remunerazione variabile, a spiegare le loro motivazioni alle proprie autorità nazionali.
Generali non ha espresso una posizione ufficiale, ma prima dell’assemblea del 30 aprile c’è tempo per una nuova riunione del cda che, secondo rumor di stampa, si riunirà la prossima settimana, tra martedì 14 aprile e mercoledì 15 aprile (lo scorso 23 marzo, dopo la prima presa di posizione dell’EIOPA, era già stata fatta una valutazione preliminare e si era optato per la conferma del dividendo).
Sicuramente Generali è tra le compagnie con più forte solidità patrimoniale, quindi potrebbe avere margini di discrezionalità nella decisione.
A fine esercizio 2019 il Regulatory Solvency ratio era pari a 224 per cento. La compagnia di Trieste aveva proposto per il 2020 (sull’utile 2019) il pagamento di un dividendo di 0,96 euro per azione, in aumento rispetto a 0,9 euro dello scorso anno.
In ogni caso, la decisione potrebbe avere un impatto anche sui principali azionisti della compagnia (Mediobanca, Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone), data la consueta generosità della cedola.