Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina l’ottava con un rosso del 3,3% e resistendo meglio dell’analogo europeo (-4,8%), risentendo dello stop del comparto bancario (-7,2%) e facendo meglio del Ftse Mib (-4,9%).
Sul versante internazionale le preoccupazioni restano legate al diffondersi del coronavirus nel Mondo (anche se ci sono segnali di rallentamento), a cui governi (con alcune divergenze) e banche centrali stanno ponendo in essere varie manovre per farvi fronte, con il focus che resta sulla velocità di recupero dell’economia, anche alla luce di una potenziale seconda ondata di contagi e in attesa di un possibile vaccino.
Da ultimo è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati europei sul Recovery Fund da 750 miliardi, di cui 209 miliardi spetteranno all’Italia.
Anche sul fronte italiano restano forti timori legati al coronavirus dopo i molti contagi (anche se si sta manifestando una riduzione) per i riflessi negativi sull’economia, che porteranno secondo stime a un forte crollo del Pil nel 2020 (oltre l’8% e anche il 10%), nonostante il Governo stia tentando di arginare la situazione.
La frenata del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management.
Sul listino principale bene Nexi (+1,3%), dopo i risultati e sempre più leader nell’open banking, con la società che procederà alla fusione con Sia solo se crea valore. In rosso Exor (-3,8%), che ha superato il 95% del capitale di Gedi.
Tra le Mid Cap vendite su Banca Ifis (-7,5%), mentre tiene doValue (+0,3%). Ritraccia Cerved (-2,6%), fresca di conti.
Tra le Small Cap crolla Banca Intermobiliare (-18,5%), che ha visto terminare l’aumento di capitale da 36,8 milioni e il cui Ad Claudio Moro in un’intervista ha spiegato che la banca vorrebbe proporsi con un ruolo aggregante. Lettera su Banca Sistema (-3,9%), reduce dai risultati e rinviato al nuovo anno il piano industriale.