Nei primi sei mesi del 2020 il Gruppo Iren ha realizzato ricavi consolidati pari a 1.826 milioni, in calo del 18,4% rispetto a 2.238 milioni del pari periodo 2019.
Un andamento da ricondursi a uno scenario energetico e climatico particolarmente sfavorevole, ulteriormente aggravato dall’emergenza sanitaria.
A livello di risultati operativi, l’Ebitda scende del 1% a 473 milioni. Escludendo il saldo netto di circa 20 milioni degli elementi non ricorrenti che hanno influenzato positivamente il primo semestre 2019 e quello 2020, l’Ebitda risulterebbe in crescita del 4 per cento.
L’impatto negativo generato dal Covid-19 è pari a 10 milioni.
L’Ebit arretra del 10,0% a 232 milioni, dopo ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni saliti del 9,5% a 241,3 milioni.
Il conto economico chiude con un utile netto di Gruppo attribuibile agli azionisti pari a 133 milioni, sceso del 11,9% rispetto a 151 milioni del primo semestre 2019.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2020 cifra in 2.919 milioni, in aumento di 213 milioni rispetto a 2.706 milioni di fine 2019.
Una variazione dovuta al peggioramento del capitale circolante netto anche causato dal ritardo degli incassi dei crediti dei clienti dovuto al Covid-19 (+50 milioni) e dalla forte crescita degli investimenti.
Gli investimenti infatti sono saliti del 29% a 254 milioni, in linea con quanto previsto nel piano industriale, principalmente a seguito del repowering dell’impianto termoelettrico di Turbigo, che permetterà di incrementare la potenza installata da 850 a 1.280 MW.