Mercati asiatici – Seduta sottotono per le principali piazze

Seduta prevalentemente sottotono per le principali piazze asiatiche mentre sembrano allontanarsi le speranze di un imminente nuovo round di stimoli fiscali negli Stati Uniti.

Il raggiungimento di un accordo tra repubblicani e democratici non sembrerebbe infatti al momento uno scenario realizzabile prime delle elezioni alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti hanno inoltre avviato una stagione delle trimestrali che ha visto i risultati le maggiori banche del Paese deludere le attese.

Nel frattempo si segnala che la banca centrale cinese avrebbe aggiunto finanziamenti a medio termine al sistema finanziario.

Nella notte europea, l’Istituto nazionale di statistica della Cina ha diffuso i prezzi al consumo (CPI) di settembre che hanno segnato un incremento dell’1,7% su base annua, al di sotto delle attese (1,9%), dopo il +2,4% di agosto. Nello stesso mese di settembre i prezzi alla produzione (PPI) sono scesi su base tendenziale del 2,1%, contro il -1,8% stimato dagli analisti, dopo il -2,0% di agosto.

In Giappone, invece, è stato pubblicato l’indice sull’attività del settore terziario, elaborato dal Ministero dell’Economia e dell’industria giapponese, che ha registrato ad agosto un incremento dello 0,8% dopo il +0,1% di luglio (rivisto da -0,5%). Gli analisti si attendevano un incremento più marcato e pari a +1,5 per cento.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1743 mentre il dollaro/yen si muove in area 105,28. Tra le materie prime scendono le quotazioni del greggio, con il Brent a 43,12 dollari al barile (-0,4%) e il Wti a 40,88 dollari al barile (-0,4%). Oro in flessione a 1.901 dollari l’oncia (-0,3%).

Tornando ai listini asiatici, Shanghai guadagna lo 0,2% mentre Shenzhen cede lo 0,2%. Hong Kong in calo dell’1%.

In Giappone, sotto la parità il Nikkei (-0,4%) e il Topix (-0,6%).

Il tutto dopo che ieri a Wall Street lo S&P 500 ha ceduto lo 0,7%, il Dow Jones lo 0,6% e il Nasdaq lo 0,8 per cento.